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Home » Economia

L’adozione delle criptovalute nei Paesi in via di sviluppo: il futuro è qui

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Il crescente valore di Bitcoin sta attirando attenzioni in tutto il mondo. Tuttavia, oltre alle quotazioni, le criptovalute stanno registrando una notevole impennata anche in termini di adozione nei Paesi in via di sviluppo. Le ricerche degli ultimi anni indicano che le economie in via di sviluppo di Asia, Africa e America Latina sono in testa nell’adozione delle valute digitali.

La Thailandia vanta un tasso di adozione delle criptovalute del 20%, mentre Nigeria, Filippine e Sudafrica hanno tassi di adozione del 19% ciascuno. L’Argentina segue a ruota con il 18%, mentre Indonesia e Brasile non sono lontani dal 16%. Alcuni Paesi stanno valutando o hanno riconosciuto legalmente specifiche valute digitali. Ad esempio El Salvador ha riconosciuto il Bitcoin come moneta legale nel 2021.

Questi governi, nel tentativo di sfruttare i vantaggi della criptovaluta, mirano a ridurre i costi delle rimesse transfrontaliere e ad ampliare le opportunità economiche. Tuttavia, queste mosse non sono state prive di controversie, con il Fondo Monetario Internazionale che ha espresso preoccupazione per i potenziali rischi di stabilità finanziaria associati alla volatilità delle criptovalute.

Vantaggi e Sfide dell’adozione delle criptovalute

Le criptovalute presentano una serie di caratteristiche che si rivelano particolarmente vantaggiose nei Paesi a basso e medio reddito. Uno dei vantaggi più significativi è l’accessibilità.

Con la sola connessione a Internet, le transazioni in criptovalute diventano fattibili, richiedendo solo uno smartphone. Nonostante ciò, la mancanza di educazione tecnologica di base ostacola le persone nel apprendere i concetti legati al conservare Bitcoin e criptovalute in autonomia. Questa è una delle sfide principali anche in El Salvador, nonostante BTC sia moneta a corso legale ed attivamente supportata dal governo del paese.

Oltre all’accessibilità, l’efficienza delle transazioni peer-to-peer sulla blockchain offre un notevole vantaggio. Le transazioni possono essere più rapide, più economiche e più affidabili rispetto ai processi bancari tradizionali.

Questa caratteristica posiziona le criptovalute come alternativa ideale alle valute fiat nei Paesi in via di sviluppo, dove le infrastrutture bancarie tradizionali possono essere limitate. Inoltre, la natura decentralizzata delle transazioni su blockchain garantisce sicurezza e trasparenza, contribuendo all’attrattiva delle valute digitali in regioni con istituzioni finanziarie inaffidabili.

Le criptovalute come catalizzatori della trasformazione finanziaria nelle economie in via di sviluppo

Le ricerche sull’adozione di criptovalute mostrano come uno dei campi in cui questi asset stanno avendo un forte impatto è quello delle rimesse transfrontaliere. Molte economie in via di sviluppo si affidano fortemente alle rimesse dei lavoratori d’oltremare, rendendo queste transazioni una parte sostanziale delle loro economie. Per esempio, El Salvador vede le rimesse rappresentare fino al 20% dell’economia nazionale, con una parte significativa proveniente dai lavoratori salvadoregni negli Stati Uniti.

Tuttavia, i tradizionali pagamenti transfrontalieri delle rimesse in valuta locale spesso soffrono di tempi di regolamento lenti e di commissioni elevate imposte dagli intermediari, soprattutto per le somme più piccole. Le criptovalute offrono una soluzione, fornendo un metodo sicuro e rapido per inviare fondi oltre confine senza dover ricorrere a fornitori di pagamenti terzi.

Le transazioni tramite blockchain prevedono commissioni significativamente più basse rispetto alle società di rimesse tradizionali, il che le rende un’opzione interessante per gli individui nei Paesi in via di sviluppo.

Le criptovalute sono state promosse come strumenti di inclusione finanziaria, con l’obiettivo di colmare le lacune nell’accesso ai servizi finanziari tradizionali. Circa 1,4 miliardi di persone a livello globale non hanno accesso ai servizi bancari tradizionali e una barriera significativa è l’assenza di documenti d’identità rilasciati dal governo.

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