In Italia sale la pressione fiscale e frena la propensione al risparmio: i dati dell’Istat
Tra luglio e settembre 2024 la pressione fiscale in Italia è stata pari al 40,5%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il rapporto tra pressione fiscale e Pil, invece, si è assestato a quota 39,6%, in crescita di 0,9 punti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo certifica l’Istat, che oggi, venerdì 3 gennaio 2025, ha diffuso i dati sul conto trimestrale delle Amministrazioni Pubbliche relativi al terzo trimestre 2024.
Nel terzo trimestre dell’anno il reddito disponibile delle famiglie italiane è salito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell’1,6%.
“Il potere d’acquisto delle famiglie, pur segnando uno sviluppo più contenuto rispetto ai periodi precedenti, risulta in crescita per il settimo trimestre consecutivo”, osserva l’Istituto nazionale di statistica. D’altra parte, la propensione al risparmio – pari al 9,2% – diminuisce dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, ma nel confronto anno su anno “prosegue il suo sentiero di crescita”.
Guardando ai conti pubblici, l’Istat registra che nel terzo trimestre 2024 il rapporto deficit/Pil delle Amministrazioni Pubbliche migliora al -2,3% dal -6,3% nello stesso trimestre dell’anno precedente.
Nel commentare questi dati, il Codacons scuote la testa: “Se due italiani su tre non si aspettano miglioramenti della situazione e sei su dieci temono un aumento del costo della vita – fa notare l’associazione dei consumatori – è evidente che le politiche del Governo in materia economica non stanno ottenendo gli effetti sperati. Il credito concesso dai consumatori all’esecutivo al momento della sua nomina è esaurito, e nei prossimi mesi c’è il rischio che ulteriori rincari e aumenti repentini dei prezzi sortiscano effetti ancor più negativi sulla fiducia dei cittadini”.
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