IMU: cosa è, come si calcola, quanto si paga. Tutte le informazioni sull’imposta sulla seconda casa
La formula per calcolare l'importo totale da pagare, esenzioni, riduzioni e scadenze
IMU | Cosa è | Calcolo | Quando e quanto si paga | Riduzioni | Esenzioni
Il termine IMU sta per imposta municipale propria. Si tratta di un’imposta diretta di tipo patrimoniale, prevista dal nostro sistema tributario, prevista dall’articolo 8, comma 1, del Decreto legislativo. n. 23/2011 (decreto sul Federalismo fiscale).
Si applica a tutti gli immobili posseduti a titolo di proprietà, ma anche di altri diritti sulla cosa come usufrutto, comodato d’uso, abitazione, enfiteusi e superficie.
Non solo comprese solo le abitazioni, dunque, ma anche fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli.
Ci sono alcune eccezioni: su tutte, quella per la prima casa, cioè quell’immobile utilizzato come abitazione principale. In questo caso, l’IMU non va pagata.
Di seguito tutte le informazioni utili sull’imposta municipale propria.
IMU | Quando si paga | Scadenze 2018
L’imposta municipale propria si paga in due rate.
Per il 2018, l’acconto del pagamento (pari al 50% dell’importo dovuto) scade il 18 giugno 2018.
Il saldo, invece, della cifra restante scade il 17 dicembre 2018.
IMU | Aliquota
L’aliquota variabile IMU è dello 0,76%. Ogni Comune però, con apposita delibera del proprio Consiglio, può modificarla, aumentandola o diminuendola al massimo dello 0,3%.
Diverso il discorso per le abitazioni principali di lusso e le relative pertinenze. In questo caso, infatti, l’aliquota parte dallo 0,4%. I Comuni possono sempre aumentarla o diminuirla, stavolta però per un massimo di 0,2%.
IMU | Esenzioni
Oltre alla prima casa, sono esentati dal pagamento dell’Imu:
- le unità che appartengono a cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale
- la casa assegnata, in seguito a una separazione legale o a un annullamento degli effetti civili del matrimonio, a uno dei due coniugi
- gli immobili destinati ad alloggi social
- l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità, posseduto e non affittato dal personale delle forze armate, polizia, vigili del fuoco, militari e da personale con carriera prefettizia
- la sola unità immobiliare destinata ad uso abitativo posseduta da anziani o disabili residenti in un istituto di ricovero o sanitario. In questo caso, però, l’abitazione non deve essere locata
- la sola unità immobiliare ad uso abitativo da A1 a A9, posseduta nel nostro Paese a titolo di proprietà o usufrutto da cittadini italiani residenti all’estero, iscritti all’AIRE e titolari di pensioni nel loro Stato di residenza. Anche in questo caso, l’immobile non deve essere affittato o concesso in comodato d’uso
Inoltre, l’IMU (insieme alla TASI) non si applica nella Provincia autonoma di Bolzano e nella Provincia autonoma di Trento. In sostituzione, a Bolzano si paga l’imposta municipale immobiliare (IMI), mentre a Trento l’imposta immobiliare semplice (IMIS).
IMU | Riduzioni 2018
Per il 2018,, sono previste anche alcune agevolazioni nel calcolo dell’IMU.
È il caso della seconda casa concessa in comodato d’uso gratuito tra genitori e figli. In questa fattispecie, il totale dell’IMU subisce una riduzione del 50% della base imponibile (in caso di contratto regolarmente registrato entro 20 giorni, se scritto, o previa richiesta all’Agenzia delle Entrate se il contratto è verbale).
In questo caso, inoltre:
- l’immobile deve essere utilizzato da chi lo riceve come abitazione principale
- la casa non deve rientrare tra le categorie di lusso
- l’unità deve essere l’unica posseduta da chi la concede in comodato, oltre alla casa principale
- chi concede l’immobile deve avere residenza e dimora nello stesso Comune in cui è situato l’immobile in questione
- il possesso di tutti questi requisiti deve essere dimostrato tramite dichiarazione IMU
Un’altra riduzione, valida dal 1 gennaio 2016, è quella del 25% per gli immobili locati a canone concordato di cui alla legge 9 dicembre 1998, n. 431.
IMU | Come calcolarla
Volete calcolare quanto pagare per verificare che non ci siano stati errori nel conteggio?
Per farlo, bisogna conoscere il valore dell’immobile, regolarmente iscritto al catasto. A questo punto, occorre rivalutare quella cifra del 5% e moltiplicarla poi per l’aliquota stabilita dalla legge a seconda del tipo di fabbricato.
Ecco le suddette aliquote nel dettaglio:
- 160 per i fabbricati inseriti nel gruppo catastale A (tranne A10) e in C2, C6, C7
- 140 per quelli dei gruppi B, C3, C4, C5
- 80 per quelli inseriti in A10 e D5
- 60 per il gruppo D (tranne D5)
- 55 per la categoria C1
I terreni agricoli, invece, rappresentano un’eccezione. In questo caso, l’IMU può essere calcolata moltiplicando il reddito dominicale aggiornato al 1 gennaio, rivalutato del 25% e moltiplicato per un’aliquota di 130.
Unica eccezione per i terreni detenuti da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola, che hanno un’aliquota di 110.
La base imponibile, dunque, si calcola con questa formula: valore dell’immobile x 1,05 (il 5% di cui parlavamo) x il coefficiente catastale dell’immobile.
Una volta ottenuta la base imponibile IMU, questa va moltiplicata per l’aliquota stabilita dal proprio Comune di residenza (qui l’elenco dei Comuni e i singoli importi).
La cifra ottenuta è il totale da pagare tra acconto e saldo.
IMU | Modalità di pagamento
L’IMU può essere pagata con il modello F24 (con un codice tributo stabilito dall’Agenzia delle Entrate), in banca, alla posta o negli uffici dell’Agenzia stessa.
I pagamenti in contanti sono previsti solo per importi inferiori a 2.999 euro.
Chi ha invece una partita IVA deve pagare l’imposta municipale propria con il modello F24 telematico.
Possibile anche il pagamento con bollettino: in questo caso occorre indicare l’importo da pagare, il codice del proprio Comune, il numero di conto corrente (1008857615), il numero di immobili e se si tratta di saldo o acconto.
IMU | Quando è entrata in vigore
L’IMU ha sostituito l’ICI (imposta comunale sugli immobili).
Inizialmente prevista dal 2014, è stata anticipata al 2012 durante il governo Monti con il decreto Salva Italia (DL 201/2011), che oltre ad avviare una sperimentazione per tre anni aveva anche ripristinato la tassazione sull’abitazione principale.