Il CEO di Gromia Salvo: “Puntiamo su qualità e innovazione in un mercato immobiliare in continua trasformazione”
Il mercato immobiliare è in fermento, in particolare nelle grandi città. Di questi tempi trovare la casa dei propri sogni rischia di diventare un’impresa ardua per molti, visto l’aumento dei prezzi e soprattutto il balzo dei tassi d’interesse sui mutui, che hanno ormai superato il 4%. Oltre ad affidarsi alle tradizionali agenzie immobiliari, per chi deve vendere o comprare casa c’è un nuovo servizio, Gromia. Ne abbiamo parlato con il founder e CEO dell’azienda, Fabio Salvo.
Dott. Salvo, com’è nata l’idea di creare un progetto come Gromia?
“Ho notato che c’era un’esigenza diffusa nello svecchiare il mondo delle agenzie immobiliari. Io stesso, quando cercavo casa, mi sono reso conto che lavoravano con metodi degli anni Ottanta. Per esempio in molti annunci non c’erano le foto o erano fatte con il cellulare, c’era scarsa professionalità da parte degli agenti, e in generale poca trasparenza e affidabilità. E poi nel 2023 è inammissibile vedere agenti che suonano a tutte le ore campanelli e citofoni di poveri malcapitati, nella speranza di avere notizie di possibili vendite. C’era bisogno di una svolta innovatrice, sfruttando soprattutto la tecnologia digitale e puntando tutto sulla qualità del servizio percepita e sulla soddisfazione piena del cliente”.
Come descriverebbe Gromia?
“Non ci definiamo un’agenzia immobiliare, accezione legata ad un modo di lavorare che non sentiamo nostro e spesso invisa all’opinione pubblica, ma ci piace definirci come un intermediario di nuova generazione. Applichiamo la tecnologia al servizio dei clienti per migliorare il processo di vendita e acquisto di un immobile, rendendo il tutto più economico, più veloce ed efficiente. Puntiamo tutto sulla qualità del nostro servizio: i nostri agenti, infatti, hanno regolare abilitazione professionale e anni di esperienza nel settore”.
Quali sono i punti di forza di questo progetto e le principali differenze con un’agenzia immobiliare tradizionale?
“I vantaggi rispetto alle agenzie tradizionali sono 4:
- Costiamo la metà, infatti la nostra provvigione è del 1,5% a fronte di una media del 3% delle agenzie tradizionali
- Raggiungiamo un numero maggiori di potenziali acquirenti, grazie agli investimenti in marketing che presidiano tutti i canali di pubblicità di un immobile con annunci sui portali, su social network e con campagne sponsorizzate ad hoc, ma anche grazie alla cura degli annunci dotati tutti di foto in alta definizione, virtual tour immersivi, video e planimetrie digitali che permettono all’utente di non sprecare tempo ed avere una rappresentazione più che realistica della casa che andrà a visitare.
- Riusciamo a spuntare un prezzo più alto per il venditore, grazie al metodo di “pool offer”, offerte concomitanti, che mette in competizione quanti più interessati ad un immobile. A differenza delle agenzie immobiliari non portiamo avanti trattative unilaterali che comportano, in presenza di un’offerta, il blocco delle visite e di tutte le attività marketing, ma lasciamo che tutti i possibili interessati possano sottoporre in modo concomitante la loro migliore offerta senza possibilità di rilancio, poi il proprietario sceglierà quella che reputa migliore. Siamo gli unici in Italia ad usare questo metodo innovativo già molto diffuso negli USA.
- Grazie al maggior numero di potenziali interessati raggiunti, riusciamo a concludere una vendita in minor tempo, con una media di 38 giorni a Milano e 65 a Roma.
Poi a differenza delle agenzie tradizionali siamo convinti che i negozi-vetrina su strada non abbiano più senso e siano solo una fonte di costo inutile non giustificata dal vantaggio economico delle poche persone che entrano per comprare e vendere casa: come testimoniano le ultime statistiche, il 93% di chi cerca o vende un immobile inizia la sua ricerca su internet. Questo ci ha permesso di risparmiare sui costi fissi inutili e di permetterci una provvigione dimezzata rispetto alle agenzie tradizionali.
Ma ciò non significa aver rinunciato ad una sede fisica dove poter incontrare i nostri clienti, infatti su Milano e Roma abbiamo svariati uffici privati con il nostro brand in business center full service gestiti da Regus.
Infine l’altra grossa differenza è quella di aver centralizzato tutti i processi comuni a tutti gli agenti, dall’acquisizione dell’incarico fino al rogito, per efficientare i costi e creare economie di scala.
Gromia non è un franchising, ma una società unica con organizzata in business unit e sedi territoriali, per garantire unicità di processi, costante controllo della qualità e soprattutto il diffondersi di una cultura aziendale che è quello che vogliamo sia il punto differenziante rispetto ai franchising e alle agenzie tradizionali.
Ciò che muove principalmente le nostre azioni non è il fatturato ma la soddisfazione del cliente, ed è anche su questa base che remuneriamo i nostri agenti. Per questo è fondamentale per noi la cosiddetta web reputation, basata su recensioni e feedback dei clienti che innescano il meccanismo virtuoso del passaparola online. Crediamo che chi opera sul web non possa prescindere dalla cura della sua reputazione digitale. E riusciamo a garantire al proprietario un prezzo di vendita più alto. A differenza di come operano le agenzie, noi prendiamo più proposte per l’acquisto di una casa”.
In quali città operate?
“Attualmente siamo a Roma e Milano, ma puntiamo nei prossimi mesi ad allargarci in altre città come Bologna, Torino, Firenze e Napoli”.
Soprattutto nelle grandi città come Milano i prezzi delle case sono sempre più proibitivi, e l’aumento dei mutui non fa che complicare le cose: come è cambiato negli ultimi mesi il mercato immobiliare?
“A Milano assistiamo a questo trend da qualche anno. È la città in cui molti vogliono venire a lavorare perché offre maggiori opportunità. C’è quindi sia chi cerca un immobile per viverci, sia chi compra per fare un investimento perché avrà sicuramente una resa. A Roma i prezzi sono un po’ più contenuti perché il mercato è meno dinamico. In questi ultimi mesi l’aumento dei tassi dei mutui (passati dallo 0,6 a oltre il 4%) ha portato a una contrazione della domanda di case, allungando i tempi di vendita. Oggi il mercato non si è comunque fermato, ma è cambiata la tipologia di chi acquista. Lo fa soprattutto chi ha capitali da investire e non ha quindi bisogno di richiedere un mutuo, mentre sono diminuiti coloro che acquistano la prima casa, perché generalmente devono ricorrere al mutuo”.