“Sono Giusy, mi manda Giorgia”: chi è Giuseppina Di Foggia, la prima a.d. donna di una partecipata quotata in Borsa
Per 3 anni ha guidato Nokia Italia. Meloni l’ha voluta a tutti i costi al vertice di Terna. La transizione green ora dipende anche da lei
Giorgia Meloni lo aveva anticipato pubblicamente lo scorso 8 marzo, in occasione della Festa della Donna: «La sfida non è quante donne siedono in un consiglio d’amministrazione, ma quando avremo il primo amministratore delegato di una partecipata statale donna. È uno degli obiettivi che mi do. Lo dico alla vigilia di una scelta importante per il Governo».
Cinque settimane dopo, la presidente del Consiglio ha imposto che almeno uno dei top manager da nominare per i colossi di Stato fosse donna. E quando le è stato chiesto di fare un nome ha indicato Giuseppina Di Foggia, 53 anni, romana, numero uno di Nokia Italia: sarà lei la nuova amministratrice delegata di Terna, la società che gestisce le reti dell’energia elettrica controllata dal Ministero dell’Economia attraverso Cdp Reti.
Di Foggia è così la prima donna a salire alla guida di una partecipata da quando, nel 1981, Marisa Bellisario fu chiamata a gestire Italtel, mentre è la prima in assoluto per una partecipata quotata in Borsa.
Cursus honorum
Le voci – riportate da alcuni quotidiani – circa una presunta amicizia fra la manager e Arianna Meloni sono state smentite dalla sorella della premier in un’intervista a Il Foglio: «Ero stupita dalla lettura dei giornali», ha raccontato. «Così ho scritto a Giorgia: ma io la conosco la nuova a.d. di Terna? Mi ha risposto: non lo so, penso di no».
Quel che è certo è che il balzo dai cavi del 5G di Nokia (in un mercato liberalizzato) a quelli su cui corre l’elettricità di Terna (in regime di monopolio) è notevole. Giuseppina Di Foggia, detta “Giusy”, passerà dall’amministrare la divisione italiana di una multinazionale – fatturato annuo sui 300 milioni di euro e 1.300 dipendenti – all’essere a capo di una fra le più strategiche aziende del Paese, che a Piazza Affari capitalizza circa 16 miliardi di euro, con ricavi vicini ai 3 miliardi e oltre 5mila dipendenti.
Non solo: dato che a responsabilità elevate corrispondono stipendi di pari livello, la dirigente vedrà moltiplicato di oltre dieci volte il proprio compenso, dai circa 100mila euro che guadagna mediamente un country manager agli 1,7 milioni intascati nel 2022 dal suo predecessore alla guida di Terna, Antonio Donnarumma.
Il curriculum, peraltro, non le manca. Nel 2021 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha conferito il titolo di Cavaliere del Lavoro («Un grandissimo onore, certamente il più grande della mia vita professionale») e il magazine finanziario Forbes l’ha inserita fra le cento donne italiane «vincenti».
Laureata in Ingegneria elettronica all’Università La Sapienza di Roma, dopo aver affinato la sua formazione tra lo Stevens Institute del New Jersey, la Bocconi e la Luiss, Di Foggia ha sempre lavorato nel settore delle telecomunicazioni.
Gli esordi risalgono alla seconda metà degli anni Novanta, negli uffici italiani della multinazionale americana Lucent, dove l’ingegnera si occupa di ricerca e sviluppo, per poi essere nominata direttrice dell’area tecnica. Quando la società si fonde con la francese Alcatel, arriva la promozione a responsabile dell’area commerciale per il Sud Europa.
Nel 2016 Alcatel-Lucent viene acquisita dalla finlandese Nokia, che proprio in quegli anni sta ricalibrando il proprio raggio d’azione abbandonando la produzione di cellulari per concentrarsi nel campo delle infrastrutture per le telecomunicazioni.
È qui che la carriera della manager cambia passo: Di Foggia viene prima nominata capo dello sviluppo business per l’Europa sud-orientale e poi, dall’aprile 2020, diventa amministratrice delegata e vicepresidente di Nokia Italia.
Il cursus honorum è impreziosito poi da una serie di altri incarichi collaterali tutt’ora ricoperti, fra cui quello di membro dell’advisory board Investitori Esteri di Confindustria, membro del consiglio direttivo di Assolombarda, membro del consiglio generale di Anitec-Assinform (l’associazione delle imprese dell’Ict), membro del consiglio d’amministrazione del centro di ricerca Cefriel, membro del board of directors della Luiss, nonché presidente del Gruppo Gpi, che opera per la «trasformazione tecnologica e sostenibile della Sanità».
Sì, viaggiare
Sposata con due figli, Di Foggia negli ultimi tre anni trascorsi alla guida di Nokia Italia ha rilasciato diverse interviste in cui ha raccontato la sua visione manageriale, ma si è anche lasciata andare a confessioni sulla sua vita privata. «Il mio sogno era quello di fare la cantante come Whitney Houston e avevo una passione per il mondo della moda e per gli stilisti come Armani. Tuttavia ero anche attratta e affascinata dalla tecnologia e dalla sfida di poter diventare ingegnere», ha confidato lo scorso 23 novembre a Formiche.net.
Un’altra grande passione della neo-amministratrice delegata di Terna è quella per i viaggi: «Il viaggio è per me una parte essenziale della vita, sinonimo di libertà, di crescita, di curiosità, di esperienza», aveva detto alcuni mesi prima durante un colloquio con Vertigo Magazine nel quale si era anche autodefinita «ostinatamente determinata» e «consapevolmente imperfetta».
Secondo Di Foggia, «viviamo un’epoca che percepiamo come precaria», ma «così non dovrebbe essere perché i dati ci dicono che forse stiamo vivendo il miglior momento della storia dell’umanità: dall’aspettativa media di vita alla scolarizzazione, dalla decrescita di alcuni numeri relativi alla criminalità ai progressi nel campo dei diritti umani».
«Eppure – riflette a manager – la percezione comune, inclusa la mia, è quella di chi vive in guerra, dalla pandemia alla guerra vera dei nostri giorni. Credo che questo sentire sia dovuto al senso di impotenza che viviamo rispetto agli eventi eclatanti che stiamo vivendo e non percepiamo i cambiamenti positivi che non fanno clamore mediatico e che pure sono avvenuti negli ultimi decenni».
Da addetta ai lavori del settore telecomunicazioni, l’ex capo di Nokia Italia osservava tre mesi fa sul suo profilo Linkedin: «Immaginare il futuro è insito nella natura dell’uomo, nel suo percorso storico e nella storia individuale di ciascuno di noi. Immaginare il futuro è anche un’esigenza delle aziende tecnologiche, per indirizzare gli investimenti nella ricerca e contribuire a dare al futuro una determinata direzione di sviluppo. La tecnologia deve e dovrà essere al servizio dell’uomo e contribuire al miglioramento della qualità della nostra vita».
Da country manager della multinazionale scandinava, Di Foggia si è concentrata principalmente sullo sviluppo della rete 5G in Italia e sulla sottoscrizione di accordi di collaborazione con aziende tricolori, ma al centro del suo mandato ci sono stati anche il reclutamento e la formazione di giovani: «Incoraggiando l’innata curiosità dei giovani, noi possiamo contribuire a dare quegli strumenti che consentiranno loro di avere un impatto positivo sul progresso della società, raggiungendo al contempo i loro obiettivi di crescita personale e professionale», ha affermato in un’intervista a Formiche.net.
In Terna – l’incarico da amministratrice delegata le sarà formalmente assegnato il 15 maggio dall’assemblea degli azionisti – la manager si troverà per prima cosa a dare attuazione al Piano di sviluppo elaborato dal precedente management, che prevede investimenti per 21 miliardi di euro tra potenziamento delle reti elettriche e decarbonizzazione.
È sui cavi di Terna corre l’energia prodotta da pannelli fotovoltaici e pale eoliche: «Le fonti rinnovabili rappresentano il nostro petrolio», diceva l’a.d. uscente Donnarumma. Staremo a vedere se Di Foggia proseguirà su questa strada. La transizione ecologica dell’Italia adesso dipende anche da lei.