Piombino, via libera al rigassificatore: Giani firma l’autorizzazione
Il rigassificatore di Piombino si farà: il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha firmato l’autorizzazione definitiva all’installazione dell’infrastruttura che avrà il compito di riportare allo stato gassoso il GNL, gas naturale liquefatto, che l’Italia importa. Si tratta di una nave lunga 300 metri e larga 40, verrà attraccata nella città in provincia di Livorno accanto alla banchina est del porto, realizzata per l’approdo e lo smontaggio del relitto della Costa Concordia, poi dirottato a Genova. “La nave a questo punto, dopo le opere propedeutiche per il suo posizionamento in porto, può arrivare a Piombino” ha commentato Giani subito dopo la firma, riferendosi alla nave rigassificatrice Golar Tundra di Snam.
A pieno regime arriverà ad immettere nella rete fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno: una risposta concreta alla minaccia dei tagli delle forniture da parte della Russia e un passo verso una maggiore indipendenza energetica da parte del Paese. Prima di dare l’autorizzazione, Giani ha visto approvare in giunta anche il memorandum con le compensazioni per Piombino, dalle bonifiche al completamento della 398 allo sconto del 50% sulla bolletta del gas per 3 anni. Una parte della città infatti non vuole il rigassificatore: tra questi anche il sindaco Francesco Ferrari, in quota Fratelli d’Italia: “La collocazione del rigassificatore nel porto di Piombino è dannosa per il territorio e rappresenta un pericolo per la città e i cittadini”, ha detto dopo aver presentato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale.
Critica il percorso amministrativo della Regione, “proiettato fin da subito a concedere l’autorizzazione, non a valutarne la fattibilità”, e sminuisce il memorandum: “Un documento che sembra più un tentativo di lavarsi la coscienza e non uno strumento concreto per il rilancio del territorio”. Contrarie anche le associazioni locali, che da mesi protestano contro la messa in funzione del rigassificatore per motivi ambientali e di sicurezza e giudicano insufficienti le misure assunte nel documento compensativo.