Gas russo, Eni pronta a pagare per sbloccare i flussi dall’Austria. Forniture ferme da tre giorni
Gas russo, Eni pronta a pagare per sbloccare i flussi dall’Austria. Forniture ferme da tre giorni
L’azzeramento delle forniture di gas dalla Russia “non è dovuto assolutamente a motivi geopolitici” e può essere risolto nel giro di pochi giorni. Lo sostiene l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, al terzo giorno consecutivo dalla sospensione totale del gas inviato da Gazprom all’Italia. “Entro questa settimana spero che il problema possa essere risolto”, ha detto il numero uno della compagnia italiana, che ha spiegato il motivo del blocco: secondo Descalzi, Gazprom “avrebbe dovuto pagare una garanzia monetaria per il passaggio di gas al trasportatore che porta il gas dal’Austria all’Italia, cosa che prima non c’era”. “Diventa difficile pensare che una società che vuole pagare in rubli possa mettere delle garanzie in euro per un passaggio”, ha aggiunto, affermando che il gas si trova “già in Austria e in Germania, non è nelle mani di Gazprom”. Secondo il manager, la compagnia italiana sta valutando se subentrare o al trasportatore o a Gazprom per sopperire al mancato pagamento di 20 milioni di euro in garanzie al trasportatore. Eni sarebbe poi disposta a compensare con i pagamenti per le forniture. “Si parla di 20 milioni di garanzie su miliardi di euro che passano, adesso vediamo se riusciamo a subentrare e fare questo sforzo monetario”, ha detto.
Secondo Descalzi, che ha parlato a margine degli Eni award 2022, i premi per la transizione ecologica, l’Italia al momento ha gas a sufficienza per riempire gli stoccaggi al 100%. Una disponibilità che ha spinto al ribasso il prezzo all’ingrosso sul mercato italiano, spingendo molti operatori addirittura a esportare all’estero. “Questo come si risolve? Intanto riuscendo ad avere ancora la possibilità di stoccare, arrivando, come ha detto il ministro Cingolani, anche al 100% della capacità di stoccaggio”, ha detto Descalzi, che ha ribadito l’importanza di avere rigassificatori, senza i quali il gas che dovrebbe arrivare dall’estero nei prossimi anni “andrà da altre parti”.