“Più tasse ai ricchi e meno ai poveri per ridurre le disuguaglianze create dal Covid”: la proposta dell’Fmi
Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) propone di alzare le tasse ai ricchi che negli ultimi anni hanno beneficiato di una riduzione delle aliquote per aiutare le classi danneggiate dalla pandemia e abbattere le disuguaglianze. Nel nuovo fiscal monitor pubblicato on line due giorni fa l’Fmi evidenzia che il Covid ha “esacerbato le preesistenti diseguaglianze di reddito e di accesso ai servizi pubblici di base, coma la sanità e i vaccini” e questo rischia di alimentare tensioni sociali. Per questo motivo a pagare il peso della crisi economica e contribuire a risanare il debito che ha indebolito le finanze pubbliche degli Stati, secondo il rapporto, dovrebbe essere chi ha di più.
I più poveri, invece, dovrebbero pagare meno, anche perché il Covid ha fatto entrare sempre più persone in povertà estrema. “Il virus ha fatto aumentare di 95 milioni il numero di persone entrate in una situazione di estrema povertà nel 2020 rispetto alle stime pre-Covid”, rileva l’Fmi. “Molti paesi dovranno aumentare le entrate e migliorare l’efficacia della spesa” attraverso la tassazione dei più abbienti. Il rapporto sottolinea poi che in futuro le disuguaglianze saranno ulteriormente esacerbate dalla chiusura delle scuole, che ridurrà la domande per l’istruzione “con conseguenze di lungo termine”.
Gli sperti sottolineano che dagli anni ’80 ad oggi le aliquote sui redditi più alti sono diminuite, quindi si potrebbe introdurre maggiore progressività riempendo quel margine. Le tasse dovrebbero ridursi nella fascia “bassa” della popolazione, come Stati Uniti e Gran Bretagna stanno già facendo attraverso i nuovi piani di aiuti post-Covid e le leggi di bilancio. Il Fondo torna anche a citare l’ipotesi di una tassa sulle grandi ricchezze, ma per farlo gli Stati dovrebbero innanzitutto eliminare le scappatoie fiscali che consentono di nasconderle.