Eni, oltre dieci miliardi di profitti quest’anno. Ma le attività italiane sono in perdita
Un aumento del 311% nei profitti netti di Eni nei primi nove mesi dell’anno: è di oltre dieci miliardi, per la precisione 10.808 milioni, il netto utile adjusted (senza tenere conto dellle poste straordinarie) dell’azienda, che vede un balzo in avanti anche dei risultati del terzo trimestre, da 1.431 milioni a 3.730 milioni. “Nel terzo trimestre – ha commentato l’amministratore delegato Claudio Descalzi – nonostante la flessione del prezzo del petrolio e la rapida caduta dei margini di raffinazione, abbiamo continuato a generare risultati positivi grazie principalmente alla robusta performance dei nostri business internazionali”. Eni verserà 1,4 miliardi di tasse sugli extra-profitti.
“In un contesto di elevata volatilità e incertezza nei mercati – ha proseguito Descalzi – abbiamo continuato ad assicurare gli approvvigionamenti energetici cruciali per le nostre economie, portando avanti al contempo il percorso di decarbonizzazione. Già dal prossimo inverno saremo in grado di rimpiazzare il 50% dei flussi di gas russo facendo leva sul nostro ampio e diversificato portafoglio riserve, sulle partnership di lungo termine con i Paesi produttori e sulla nostra crescente presenza nel business Gnl. Nel trimestre abbiamo rafforzato ulteriormente la nostra posizione nella catena del valore del gas grazie all’esplorazione e alle operazioni di acquisizione degli asset gas di Bp in Algeria e, nella fase midstream, della nave di liquefazione Tango FLNG per la valorizzazione del progetto gas in Congo”.
Il gruppo ha puntualizzato che le attività italiane hanno registrato una perdita di circa un miliardo, tenendo conto del contributo straordinario per il settore energia. Sulla sostenibilità, Descalzi ha parlato anche della strategia di decarbonizzazione: “Entro l’anno la capacità installata di energia rinnovabile di Plenitude sarà raddoppiata superando i 2 GW. Il nostro business di Sustainable Mobility cresce in scala e dimensioni facendo leva su un modello innovativo di integrazione verticale con il nascente agri-business per la fornitura di materie prime sostenibili alle nostre bioraffinerie”.