Il profitto in fondo al tunnel: l’ultima battaglia di Musk è contro il traffico
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Nata sei anni fa con un tweet, oggi vale 5,7 miliardi di dollari. Con la sua ultima azienda, il miliardario vuole spostare il traffico urbano sottoterra per salvare l’ambiente. E vendere più auto
È il traffico il nemico numero uno dell’umanità e non siamo nella Palermo di Johnny Stecchino ma a Las Vegas, Los Angeles, Chicago e Washington D.C. Parola di Elon Musk: «Nemmeno gli esseri umani più potenti del mondo possono sconfiggerlo», ha scritto nel marzo scorso, ovviamente su Twitter. Ed è proprio sul social network per cui ha scatenato una corsa miliardaria in Borsa che l’uomo più ricco del mondo ha lanciato la sua ultima idea rivelatasi, come (quasi) tutte le altre, molto redditizia ma anche foriera di tante critiche.
Era il pomeriggio del 17 dicembre 2016 quando, con quattro tweet, annunciò la nascita di un’impresa per risolvere il problema: «Il traffico mi sta facendo impazzire. Costruirò una perforatrice per tunnel e inizierò a scavare… Dovrebbe chiamarsi “The Boring Company”. Trivellare (in inglese: Boring – ndr), è quello che facciamo. Lo farò davvero». Allora molti si chiesero se fosse solo una delle sue tante provocazioni ma in pochi mesi furono costretti a ricredersi.
Nata come ramo di SpaceX con lo scopo di decongestionare il traffico urbano attraverso lo scavo di tunnel sotterranei in cui far transitare centinaia di auto elettriche a guida autonoma marca Tesla, nel 2018 The Boring Company è diventata un’azienda indipendente e fino ad aprile ha raccolto oltre 900 milioni di dollari di finanziamenti da vari investitori, compresa Sequoia Capital, società di investimenti che in passato ha finanziato icone della Silicon Valley come Apple, Google, PayPal e YouTube. In quest’occasione, l’ultima azienda fondata da Musk è stata valutata ben 5,7 miliardi di dollari. Non male per un’idea nata su Twitter.
I piani dell’azienda si basano sui “Loop”, sistemi viari sotterranei, costellati di una rete di stazioni, che assicurano il trasporto di persone a bordo di auto Tesla a guida autonoma a una velocità massima di 190 chilometri orari. Il tutto trivellando con frese meccaniche più rispettose dell’ambiente e riducendo le emissioni. Al momento però ne ha costruito soltanto uno presso il Las Vegas Convention Center. Lunga poco più di 2,7 chilometri, la galleria ospita tre stazioni ed è servita da veicoli elettrici guidati da piloti umani che non superano i 55 chilometri orari. Insomma, un mezzo flop acuito dal mancato rilascio dei permessi necessari a costruire una nuova rete viaria tra Washington D.C. e Baltimora. Ma per la società il futuro è roseo: solo sulla Strip di Las Vegas intende realizzare 51 stazioni e 46 chilometri di tunnel. Non solo: The Boring Company ha anche in cantiere una galleria a Fort Lauderdale, in Florida, è in trattative con le autorità della texana San Antonio e ha annunciato una serie di progetti a Chicago e Los Angeles.
Ma le critiche non si sono fatte attendere. Il Loop dovrebbe essere un sistema di trasporto ad alta velocità dotato di stazioni per l’interscambio, simile a una metropolitana, ma somiglia più a un’autostrada sotterranea con aree taxi dedicate. Secondo l’azienda, in occasione del CES 2022, ogni giorno il tunnel di Las Vegas ha gestito «il trasporto di un numero compreso tra le 14mila e le 17mila persone, con un tempo di percorrenza medio inferiore ai due minuti e un’attesa media inferiore ai 15 secondi». Un risultato sorprendente ma ancora scarso. Stando alla National Association of City Transportation Officials (Nacto), i tradizionali sistemi di trasporto ferroviario o su gomma possono gestire tra i 10mila e i 25mila passeggeri in transito ogni ora. Tutto questo senza contare il rischio che l’ampliamento della rete di The Boring Company possa intasarne i tunnel, come d’altronde riconosciuto dallo stesso Musk: «Le auto a guida autonoma amplificheranno il traffico a livelli folli», ha scritto a marzo su Twitter rilanciando l’idea dei tunnel sotterranei, senza però spiegare come intende decongestionare le sue stesse gallerie. Il sistema sembra infatti più adatto a promuovere il ricorso ai veicoli elettrici piuttosto che a risolvere il problema del traffico. Non sorprende visto che l’ideatore è anche proprietario della principale casa automobilistica elettrica al mondo. L’unica cosa che non sembra in dubbio sono i profitti. Secondo una relazione presentata la scorsa settimana dall’azienda all’Autorità regionale per la mobilità di Alamo, in Texas, il tunnel proposto da The Boring Company tra l’aeroporto internazionale di San Antonio e il centro città genererà fino a 25 milioni di dollari all’anno di utili, con un pedaggio tra i 10 e i 12 dollari e il ricorso fino a 350 veicoli Tesla. Oggi basta 1 dollaro e 30 centesimi con il trasporto pubblico locale.
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