Blocco dei licenziamenti, cassa integrazione, tasse: cosa prevede il nuovo Decreto Ristori
Inizia a prendere forma il nuovo piano di aiuti all’economia che il governo punta a varare con il quinto decreto Ristori la prossima settimana. Tra le maggiori novità introdotte nel documento troviamo un intervento totale di 26 nuove settimane di cassa integrazione Covid. Per tutti, anche se verranno tutelati maggiormente i settori più in crisi, a partire dal turismo. Una misura resa necessaria anche da una deadline che preoccupa non poco l’esecutivo per i contraccolpi sociali: la scadenza del blocco dei licenziamenti il prossimo 31 marzo.
In parallelo si dovrebbe anche confermare l’esonero contributivo alternativo all’utilizzo della cassa Covid, per chi fa rientrare i dipendenti al lavoro. Nei giorni scorsi il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, aveva parlato di una “consistente proroga” della Cig Covid con il prossimo decreto Ristori, ipotizzando però altre 18 settimane.
Il blocco dei licenziamenti potrebbe non essere più generalizzato: “L’Italia – dice il viceministro all’Economia Antonio Misiani – non può permettersi un’ondata di licenziamenti, ma non possiamo nemmeno andare avanti con una logica emergenziale. Personalmente credo che il blocco debba essere prorogato per i settori maggiormente in crisi, mentre chi ha recuperato i livelli del 2019 credo debba lavorare per tornare alla normalità”.
Quanto ai ristori veri e propri Misiani ha confermato l’intenzione di superare il meccanismo legato ai codici Ateco, concentrando gli aiuti sulle perdite di fatturato: la soglia dovrebbe essere quella del 33%, utilizzata finora. In arrivo anche, assicura, un miliardo e mezzo in più per l’anno ‘bianco’ dei contributi per gli autonomi.
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