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Home » Economia

Miliardari? Non basta. Fra dieci anni ci sarà il primo trilionario della storia

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“Sembra di vivere in un film distopico, di trovarci agli albori di un decennio di grandi divari, con miliardi di persone a sopportare il peso di epidemie, inflazione, guerre, e una manciata di super-ricchi che moltiplicano le proprie fortune a ritmi parossistici”. Lo ha detto Amitabh Behar, direttore esecutivo di Oxfam, commentando i risultati del recente rapporto elaborato dall’ong sul tema disuguaglianze, un documento che già dal titolo – Il potere al servizio di pochi – lascia intuire la gravità della situazione.

“Siamo davanti a un bivio: tra un’era di incontrollata supremazia oligarchica o un’era in cui il potere pubblico riacquista centralità promuovendo società più eque e coese ed un’economia più giusta ed inclusiva”, scrive Oxfam.

Il rapporto contiene un lungo elenco di dati sulle disuguaglianze in aumento nel mondo e in Italia. Ad esempio, negli ultimi tre anni i patrimoni dei cinque uomini più ricchi del pianeta sono raddoppiati (da 405 a 869 miliardi di dollari) crescendo a un ritmo di 14 milioni di dollari all’ora. Nello stesso arco temporale, per i 5 miliardi di persone più povere non c’è stato nessun incremento.

Di questo passo, secondo l’ong, ci vorrebbero oltre due secoli (230 anni) per portare l’incidenza della povertà globale sotto l’1%. In compenso, entro un decennio potremmo avere il primo uomo trilionario della storia dell’umanità.

Le disuguaglianze sono in forte aumento anche in Italia. Come emerso da un recente paper della Banca d’Italia, nel nostro Paese il 5% delle famiglie più ricche possiede il 46% della ricchezza, mentre il 50% di famiglie più povere detiene solo l’8%.

Secondo Oxfam, dall’inizio della pandemia fino al mese di novembre 2023 il numero dei miliardari italiani è aumentato di 27 unità (passando da 36 a 63) e il valore dei patrimoni miliardari (pari a 217,6 miliardi di dollari a fine novembre 2023) è cresciuto in termini reali di oltre 68 miliardi di dollari (+46%).

Di contro la povertà ha un’incidenza sempre più alta. L’Istat calcola che a fine 2022 quasi 2,2 milioni di famiglie, per un totale di 5,6 milioni di individui, versavano in condizioni di povertà assoluta, ossia non disponevano di risorse mensili sufficienti ad acquistare un paniere di beni e servizi essenziali per vivere in condizioni dignitose.

L’incidenza della povertà a livello familiare è passata tra il 2021 e il 2022 dal 7,7% all’8,3%, mentre quella individuale è cresciuta dal 9,1% al 9,7%.

“La riduzione delle disuguaglianze rappresenta un tema cui nessun governo, al netto della retorica, ha finora attribuito centralità d’azione”, si legge nel rapporto di Oxfam.

“Il Governo Meloni non fa eccezione e il suo primo anno è stato caratterizzato da politiche del lavoro incapaci di ridimensionare il fenomeno della povertà lavorativa, da una riforma fiscale che riduce l’equità e l’efficienza del sistema impositivo italiano e dall’abbandono dell’approccio universalistico alla lotta alla povertà in nome di una visione categoriale e in favore di interventi che, lungi dal correggere le note criticità del reddito di cittadinanza, inaridiscono lo schema di reddito minimo, negando dignità e speranza a troppi”.

Per contrastare le disuguaglianze crescenti in Italia l’ong suggerisce alcuni interventi, tra cui l’introduzione del salario minimo legale e di un’imposta progressiva sui grandi patrimoniali e una serrata lotta all’evasione fiscale.

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