Def, il governo ha approvato il documento di economia e finanza 2019
Oggi, 9 aprile 2019, il governo Conte ha dato il via libera al Def, il documento di economia e finanza 2019. Si tratta di un appuntamento importante per l’economia del paese, poiché il Def contiene le previsioni macroeconomiche e gli obiettivi programmatici da raggiungere con la prossima legge di bilancio.
Il 10 aprile, come ogni anno, l’esecutivo presenta il Def, il documento di economia e finanza al Parlamento. A questo link abbiamo spiegato nel dettaglio di cosa si tratta e come si compone.
Il Consiglio dei ministri si è riunito nel pomeriggio martedì 9 aprile alle ore 16.30 per dare il via libera al testo che è il principale strumento di programmazione economica del governo, che stabilisce i paletti della prossima legge di bilancio.
Nei giorni scorsi i tecnici del ministero del Tesoro hanno lavorato per mettere a punto il documento. Come anticipato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, non prevede manovre correttive.
Il nodo più intricato è quello della Flat tax. La Lega vorrebbe discuterne adesso, ma il M5s e lo stesso Tria non sono d’accordo e vorrebbero rimandare a settembre, in prossimità delle discussioni sulla prossima legge di bilancio.
La Flat tax da allegare al Def prevede una ipotesi di aliquota al 15 per cento per redditi fino a 30mila euro, anche se nelle ultime ore Salvini ha spinto perché venga estesa ai redditi fino a 50mila euro. Il Def, in ogni caso, prevede solo un “antipasto” della Flat tax, senza parlare nel dettaglio di cifre e limiti.
La crescita del Pil prevista per quest’anno è dello 0,1 per cento, molto meno dell’1 per cento stimato dal governo mesi fa, mentre il deficit tendenziale sale verso il 2,4 (lontano dallo 2,04 promesso alla Ue pochi mesi fa).
Il Def verrà accompagnato da due decreti, quello sulla crescita e lo sblocca-cantieri. In base alle previsioni del Mef, i due provvedimenti valgono 0,2-0,3 punti di maggior crescita.
Tria ha l’obiettivo di evitare la manovra correttiva, e per farlo vuole far scattare le clausole di salvaguardia della Legge di bilancio 2019, con tagli di 2 miliardi alle spese dei ministeri. Si tratta di fondi che, al momento della stesura della Legge di bilancio, erano stati congelati a garanzia dell’andamento dei conti di quest’anno. Adesso quei soldi saranno definitivamente messi al sicuro, per contribuire a sistemare il deficit italiano.
Nello specifico, i tagli riguarderanno le spese destinate alle imprese (640 milioni), la mobilità locale (300), la Difesa (160 milioni di taglio agli approvvigionamenti militari), ma anche l’università (70), i diritti sociali e la famiglia (40), la cooperazione (altri 40).