Spreco alimentare, l’Ue vorrebbe cambiare le etichette sulla data di scadenza di alcuni prodotti
Accanto alla dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, sulle etichette degli alimenti presto potrebbe essere introdotta anche l’espressione “spesso buono oltre”: la Commissione Ue ha presentato oggi agli esperti degli Stati membri una proposta di revisione delle norme sulla data di scadenza dei cibi, visto che gran parte dei prodotti vengono gettati via quando sono ancora commestibili perché molti ritengono che una volta superata la data indicata possano essere nocivi.
Ma questo non vale con tutti gli alimenti: ce ne sono molti che possono essere consumati giorni, settimane o addirittura mesi dopo la scadenza. Secondo l’Esecutivo Ue la lotta allo spreco alimentare passa anche dalla correzione di queste etichette, cosa che consentirebbe “una migliore comprensione della data di scadenza”, influenzando “il processo decisionale dei consumatori in merito all’opportunità di consumare o eliminare un alimento”.
Posto che la modalità di conservazione inficia molto sulla bontà di un alimento dopo la scadenza, in linea di massima i cibi a lunga conservazione e quelli secchi possono essere consumati senza rischi anche dopo la data di scadenza. Si pensi ad esempio a riso e pasta. Le uova sono ancora buone entro 3 giorni dalla data indicata, previa verifica visiva e olfattiva. Biscotti e cracker potrebbero risultare meno fragranti, ma possono essere mangiati anche molto dopo la data indicata.
A differenza di questi alimenti, alcuni come salumi e insaccati possono essere nocivi se consumati in ritardo. La carne fresca può far contrarre salmonella o escherichia coli, i latticini freschi possono causare intossicazione alimentare.