Coronavirus, i dati Istat sulla crisi: nel 2020 Pil a -8,3 per cento e occupazione a -9,3 per cento
La previsione dell'Istituto nazionale di statistica nell'ultimo report
Coronavirus, Istat: nel 2020 Pil a -8,3
Arrivano nuovi dati sull’andamento nei prossimi mesi dell’economia italiana, duramente colpita per la pandemia di Coronavirus. Come riportato nel report ‘Le prospettive per l’economia italiana nel 2020-2021′ l’Istat prevede una marcata contrazione del Pil nel 2020 (-8,3 per cento) e una ripresa parziale nel 2021 (+4,6 per cento). Secondo l’Istituto nazionale di statistica nell’anno in corso la caduta del Prodotto interno lordo sarà determinata prevalentemente dalla domanda interna al netto delle scorte (-7,2 punti percentuali) condizionata dalla caduta dei consumi delle famiglie e delle Isp (-8,7 per cento) e dal crollo degli investimenti (-12,5 per cento), a fronte di una crescita dell’1,6 per cento della spesa delle Amministrazioni pubbliche. Anche la domanda estera netta e la variazione delle scorte sono attese fornire un contributo negativo alla crescita (rispettivamente -0,3 e -0,8 punti percentuali).
“Le previsioni presentate – sottolinea l’Istat – sono basate su ipotesi che riguardano prevalentemente l’ampiezza della caduta della produzione nel secondo trimestre del 2020, più marcata di quella del primo, e la velocità della ripresa dei ritmi produttivi nel terzo e quarto trimestre. Ulteriori assunzioni riguardano l’assenza di una significativa ripresa dei contagi nella seconda parte dell’anno, l’efficacia delle misure di sostegno ai redditi e gli impegni di spesa previsti nei recenti decreti e, infine, il proseguimento di una politica monetaria accomodante che stabilizzi i mercati finanziari garantendo il normale funzionamento del sistema del credito”.
Occupazione: -9,3 per cento nel 2020
L’evoluzione dell’occupazione, misurata in termini di Ula, è prevista evolversi in linea con il Pil, con una brusca riduzione nel 2020 (-9,3 per cento) e una ripresa nel 2021 (+4,1 per cento). Alto il tasso di inattivi. “Nel biennio di previsione, gli effetti di transizione verso l’inattività sono attesi influenzare la disoccupazione che dovrebbe ridursi nell’anno corrente (9,6 per cento) per poi aumentare quello successivo (10,2 per cento)”.
Per quanto riguarda i consumi l’Istati spiega che “il peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro e dell’attività produttiva, parzialmente attenuati dai provvedimenti del Governo, sono attesi produrre un effetto marcato sui comportamenti di spesa delle famiglie per l’anno corrente (-8,7 per cento) e un miglioramento nell’anno successivi (+5,0 per cento) in linea soprattutto con la prevista ripresa dell’occupazione”. “Le maggiori spese indicate dal Governo per fronteggiare la pandemia sono attese sostenere i consumi della Pubblica Amministrazione nell’anno corrente (+1,6 per cento) mentre nel 2021 si registrerebbe un sostanziale mantenimento dei livelli raggiunti (+0,3 per cento)”.