Coronavirus, Von der Leyen e la svolta dell’Ue: “Cassa integrazione europea, nessuno perderà il lavoro”
La Commissione starebbe lavorando a una misura per fornire sostegno a chi perde il lavoro. Ci sarebbe anche l’assenso dei due partiti di maggioranza del governo tedesco. Con il plauso dei sindacati
Coronavirus e cassa integrazione europea: la proposta di Von der Leyen
Mentre il confronto tra stati del Sud, come Italia e Spagna, e stati del Nord dell’Unione europea (Germania, Olanda e Austria) si fa serrato sulle misure da adottare a seguito dell’emergenza Coronavirus, la Commissione europea sta preparando una soluzione. Una vera e propria cassa integrazione europea, come riporta anche il Financial Times online.
Si tratterebbe di un piano da circa 100 miliardi di euro per mettere gli Stati in condizione di tutelare i posti di lavoro. Un intervento insomma per attivare un sistema a garanzia dei lavoratori, che incontrerebbe il placet dei sindacati.
Sostegno europeo ai lavoratori
“Noi europei soffriamo della più grande tragedia umana dopo la guerra”, ha detto la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ricordando le “migliaia di vittime” del virus e che Italia e Spagna sono i paesi più colpiti. “La nostra vita quotidiana è cambiata radicalmente – ha aggiunto – Milioni di persone non possono andare al lavoro, ma devono ancora comprare generi alimentari e pagare le bollette. Le aziende pagano gli stipendi ai loro dipendenti, anche se, in questo momento, non stann fatturando. L’Europa viene in loro sostegno, con una nuova iniziativa che si chiama SURE”.
La misura in questione potrebbe finire sul tavolo dei ministri delle Finanze il 7 aprile, quando verranno discussi gli interventi contro la crisi da Covid-19. E potrebbe essere accolta favorevolmente, visto che ci sarebbe fin d’ora anche il consenso dei due partiti della grande coalizione tedesca, ovvero popolari e socialisti.
La misura, disegnata sul Kurzarbeit della Germania (lavoro a orario ridotto o tempo breve) o la Cig dell’Italia, dovrebbe intervenire fornendo un sostegno ai lavoratori in modo da scongiurare il licenziamento da parte delle aziende.
Coronavirus cassa integrazione europea: cosa dice il Trattato
Dal punto di vista puramente tecnico – stando a quanto trapelato da fonti Ue – si potrebbe utilizzare il disposto dell’articolo 122 comma 2 del Trattato, secondo il quale uno stato membro può aver diritto a una assistenza finanziaria della Ue quando “si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo”.
L’intervento di riassicurazione contro la disoccupazione potrebbe così consentire l’utilizzo delle risorse del bilancio dell’Unione Europea senza ricorrere a Mes o coronabond. E si potrebbero anche emettere titoli.
L’Europa potrebbe così mettere a disposizione dei Paesi membri dei prestiti per il finanziamento di cassa integrazione o sussidi di disoccupazione, e prevedere iniziative per favorire il rientro nel mondo del lavoro attraverso impieghi part-time e programmi di formazione.
Non è una novità assoluta
Di una soluzione simile si era parlato già in precedenza nell’ambito dell’Unione, e l’attuale Commissione aveva posto tra i suoi obiettivi la creazione di un sistema di intervento contro la disoccupazione. Adesso la violenta crisi sollevata dal Coronavirus potrebbe dare una accelerata alla previsione.
Il modello secondo alcuni potrebbe basarsi su quello utilizzato in occasione della passata crisi finanziaria, con la creazione dell’Efsm (European financial stabilisation mechanism), organismo poi sostanzialmente sostituito dal Mes.
Il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, non era altro che un programma di finanziamento di emergenza, basato su fondi raccolti sui mercati finanziari e garantiti dalla Commissione europea, che utilizza il bilancio dell’Unione europea come garanzia.
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