Confindustria elegge il nuovo presidente: corsa a 4, favoriti Licia Mattioli e Carlo Bonomi
Tutto pronto per i festeggiamenti dei 110 anni di Confindustria, previsti per sabato 1 febbraio a Torino, luogo di nascita dell’associazione. Un grande evento a cui parteciperanno tutti i big dell’industria italiana e non solo, per celebrare oltre un secolo di storia ma per guardare allo stesso tempo al futuro.
E a proposito di futuro, in viale dell’Astronomia il tema caldo sono le elezioni che decideranno chi sarà il nuovo presidente, visto che con l’insediamento odierno dei tre saggi scatta il termine di una settimana entro il quale la commissione potrà ricevere le autocandidature che saranno quindi possibili fino al 5 febbraio.
E a Torino a festeggiare l’anniversario della Confederazione ci saranno ovviamente quelli che, secondo i rumors, sarebbero i candidati in pectore: Licia Mattioli, Carlo Bonomi, Emanuele Orsini e Giuseppe Pasini, con i primi due favoriti nella corsa alla presidenza.
Ha fatto discutere l’apparente ritiro di Andrea Illy, che nonostante la sua azienda rappresenti il Made in Italy nel mondo e si sia fatto portatore delle istanze progressiste e ambientaliste, non avrebbe raccolto abbastanza consensi a supporto di un’auto-candidatura.
Nel frattempo, iniziano a delinearsi le prime alleanze. Il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi sembrerebbe contare su diversi accordi, anche se per alcuni non rappresenterebbe certo un esempio di imprenditore “illuminato”, dato che la sua società Synopo vive non poche difficoltà: 275mila euro in rosso e circa un milione e mezzo di debiti a breve termine con le banche.
Si discuterebbe poi la lenta ascesa di Licia Mattioli, unica donna in corsa, già presidente di Confindustria Torino e attuale vicepresidente all’internazionalizzazione, che guida un’impresa da 70 milioni di euro di fatturato e 260 dipendenti. Una candidata che molti riterrebbero in continuità con l’attuale presidenza, anche l’unica nella storia confindustriale ad aver portato al congresso americano le imprese rappresentanti del Made In Italy. Un’opposizione forte al lombardismo esasperato di Bonomi, che potrebbe portare da un lato, il centro di Confindustria a Milano e dall’altro danneggiare le strutture periferiche, addirittura accorpando associazioni territoriali e federazioni di settore.
Intanto, da una parte all’altra, come se non bastasse, si promettono cariche e si solleticano ambizioni per assicurarsi la vittoria, scatenando non pochi malumori anche tra i sostenitori di questo o quell’altro candidato. Anche in questo caso, quello che è partito in anticipo sembra essere proprio Bonomi, appoggiato da mammasantissima romani come Abete e Regina. Alla faccia dell’innovazione.