Cannabis light, da oggi l’olio di Cbd è una sostanza stupefacente: si può vendere solo in farmacia
Cannabis light, da oggi l’olio di Cbd è una sostanza stupefacente: si può vendere solo in farmacia
Da oggi l’olio di cannabidiolo è considerato una sostanza stupefacente e non potrà più essere venduto in canapa shop, erboristerie e tabaccai. Solo le farmacie potranno continuare a vendere i prodotti a base di cbd. Lo prevede il decreto emanato dal ministro della Salute Orazio Schillaci il mese scorso, che sblocca un provvedimento identico che il predecessore, Roberto Speranza, aveva prima firmato e poi congelato.
Il decreto inserisce “le composizioni per uso orale a base di cannabidiolo estratti dalla cannabis” nella tabella 2B dei medicinali stupefacenti.
Una posizione, protesta Federcanapa, “in antitesi con le decisioni assunte dalle analoghe autorità tedesche, inglesi e francesi che hanno escluso l’assoggettabilità di medicinali anche ad alta concentrazione di cbd, come l’epidiolex, tra gli stupefacenti, ed è in contrasto con la normativa comunitaria in materia di organizzazione del mercato comune e di antitrust”.
Secondo le autorità italiane, il cbd deve essere trattato come un farmaco vista l’efficacia contro disturbi come l’epilessia, sottoposto a controlli e autorizzazioni.
Federcanapa afferma invece che “il cbd non ha effetto stupefacente, come aveva concluso già pochi mesi prima del decreto una Commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e come aveva ribadito una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del novembre 2020”. Il decreto, secondo l’associazione, dichiara “illecito ogni uso non farmacologico degli estratti di cannabis, comprese le destinazioni ammesse dalla normativa italiana ed europea sulla canapa industriale, quali ad esempio l’uso del Cbd per la preparazione di nuovi alimenti, aromi o cosmetici”.
Duri anche i Radicali: “Non solo è priva di fondamento scientifico, ma può avere gravi ripercussioni per l’Italia sul panorama europeo e internazionale”.