Per la Bce i dazi di Trump faranno male all’Eurozona, ma i contro-dazi dell’Ue faranno ancora peggio

Lagarde: "Dai dazi di Trump impatto dello 0,3% sul Pil dell'Eurozona. Con le contro-tariffe Ue effetto dello 0,5%"
I dazi di Donald Trump rischiano di frenare dello 0,3% la crescita dell’Eurozona, ma una eventuale rappresaglia da parte dell’Unione europea sotto forma di contro-tariffe sulle importazioni dagli Stati Uniti farebbe aumentare l’impatto negativo fino a circa lo 0,5%. Lo dice la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde intervenendo davanti alla Commissione Econ per i problemi economici e monetari del Parlamento europeo.
“L’analisi della Bce suggerisce che una tariffa statunitense del 25% sulle importazioni dall’Europa ridurrebbe la crescita dell’area dell’euro di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno”, afferma Lagarde, mentre “una risposta europea sotto forma di aumento delle tariffe sulle importazioni statunitensi aumenterebbe ulteriormente questa percentuale a circa mezzo punto percentuale”.
Le stime di crescita della Bce, sottolinea la presidente dell’Eurotower, “sono soggette a notevole incertezza, anche a causa del contesto di politica commerciale”. “Si prevede che la crescita sarà sostenuta da redditi più elevati e minori costi di prestito”, spiega Lagarde, che a inizio marzo ha nuovamente tagliato i tassi di riferimento dell’euro, riducendoli dello 0,25% e portando così il costo del denaro al 2,50% (dal 2,75% di gennaio 2025).
“Le esportazioni dovrebbero beneficiare della crescente domanda globale, sebbene ciò rimanga subordinato agli sviluppi nelle politiche commerciali internazionali”, dice la presidente della Bce. Le ultime proiezioni dell’istituto centrale prevedono che l’economia dell’Eurozona crescerà dello 0,9% nel 2025, dell’1,2% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027.
“Siamo determinati a garantire che l’inflazione si stabilizzi in modo sostenibile al nostro obiettivo di medio termine del 2%”, dice ancora Lagarde. “Soprattutto nelle attuali condizioni di crescente incertezza, seguiremo un approccio dipendente dai dati e riunione per riunione per determinare l’appropriata posizione di politica monetaria. Non ci stiamo impegnando in anticipo su un particolare percorso di tasso”.
Le stime sul possibile effetto dei dazi, insiste la numero uno della Bce, “sono soggette a un’incertezza molto elevata, dato che l’impatto degli aumenti tariffari potrebbe essere non lineare, ad esempio a causa di una significativa riconfigurazione delle catene di fornitura globali. Naturalmente, l’elevato livello di incertezza politica ci impone di rimanere vigili e pronti ad agire per proteggere la stabilità dei prezzi”.
“Nell’attuale contesto turbolento, solo un’Europa unita è un’Europa più forte”, conclude Lagarde. “Jean Monnet una volta disse: ‘Fate sì che gli uomini, e potrei aggiungere anche le donne, lavorino insieme; mostrate loro che, al di là delle loro differenze e dei confini geografici, esiste un interesse comune’. Questo interesse comune è la prosperità delle persone nell’Ue. Per ottenerlo, dobbiamo continuare a sostenere il libero scambio e dobbiamo rafforzare la nostra unione. Il Mercato Unico lo consente, in quanto può contenere l’impatto della frammentazione del commercio globale. Continuiamo a rafforzare questo prezioso strumento e forgiamo il nostro destino nell’interesse di tutti gli europei”.
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