Smartworking, nuovo passo indietro di Amazon sul rientro in ufficio: alcuni dipendenti potrebbero lavorare da remoto per sempre
Smartworking, nuovo passo indietro di Amazon sul rientro in ufficio: alcuni dipendenti potrebbero lavorare da remoto per sempre
Amazon ha rinunciato a riportare i propri impiegati in ufficio a partire da gennaio e ha annunciato che lascerà ogni decisione sullo smartworking a chi dirige i singoli team. Si tratta di un nuovo cambio di passo per il gigante di Seattle, che a marzo aveva annunciato il ritorno a una cultura “incentrata sull’ufficio” con la fine della pandemia.
Secondo l’amministratore delegato Andy Jassy, la decisione sull’eventuale rientro spetterà ai dirigenti dei singoli team, lasciando aperta la possibilità che molti dipendenti di continuino a lavorare da casa anche in futuro.
“Prevediamo che alcuni team continueranno a lavorare principalmente da remoto, altri lavoreranno sia da remoto che in ufficio e altri ancora valuteranno che i clienti saranno soddisfatti nel modo migliore se il team lavorerà principalmente in ufficio”, ha detto Jassy.
L’annuncio si applicherà solo a una minoranza del milione di persone che lavora per Amazon in tutto il mondo e che durante la pandemia per la maggior parte ha continuato a lavorare nei centri di distribuzione e nei trasporti. Potrebbe però avere ricadute più ampie nel settore della tecnologia, in cui già altri colossi hanno dovuto cambiare a più riprese le proprie politiche con l’evolversi della pandemia. Tra questi Microsoft, che ha rimandato il rientro in ufficio a data da destinarsi, prevedendo che in futuro dipendenti potranno lavorare da casa fino alla metà delle ore, mentre Google e Facebook hanno rinviato il rientro a gennaio, aprendo al lavoro da remoto con formule diverse.
Negli scorsi mesi Amazon era già stata costretta a cambiare il proprio approccio, inizialmente orientato a un ritorno integrale in ufficio, adottando soluzioni ibride preferite da molti dipendenti. In estate aveva annunciato il rientro a partire da settembre per almeno tre giorni a settimana, una scadenza poi spostata a gennaio a fronte della diffusione della variante Delta. Con il nuovo annuncio, Amazon ha rinunciato sia ad assegnare una quota minima di giorni in presenza che una data fissa per il rientro in massa.“Non abbiamo stabilito intenzionalmente quanti giorni o quali giorni [lavorare da remoto]”, ha detto Jassy, affermando che la decisione spetterà ai manager con i propri dirigenti e team. “Le decisioni dovranno essere dettate da ciò che sarà più efficace per i nostri clienti; e ovviamente continueremo tutti a essere valutati da come serviamo i clienti, indipendentemente da dove viene eseguito il lavoro”.