Covid, nel 2020 boom di brevetti e invenzioni: “Con la patent box l’impresa risparmia”
Covid, lockdown, quarantene e zone rosse non fermano l’ingegno italiano. L’estro degli inventori del Bel Paese, infatti, sembra non aver risentito dell’emergenza sanitaria, che anzi, dati alla mano, pare abbia giovato all’inventiva italica. Secondo un recente report dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) nel 2020 le domande di brevetto per invenzione industriale hanno toccano e superato le 11.000 richieste (+878 rispetto al totale del 2019), mentre i brevetti per modello di utilità sono state 2.396 con un incremento di 480 domande depositate.
Dati che vengono confermati anche dalla Divisione Brevetti del Ministero dello Sviluppo economico i cui brevetti per invenzione industriale sono cresciuti nel 2020 del 6,3% rispetto all’anno precedente e quelli concessi per modello di utilità hanno registrato un boom del 30,3%. Per un’impresa la registrazione di un’invenzione è di assoluta importanza dal punto di vista commerciale e di competitività sul mercato, nonché come strumento di tutela dei proprio know-how e degli investimenti effettuati in ricerca e innovazione.
Ma non solo, perché con le agevolazioni fiscali attualmente in vigore le aziende, che hanno un buon portafoglio brevetti, possono godere di ulteriori vantaggi. “La Patent Box è uno di questi – spiega Luca Schroeder, dottore commercialista di Rödl & Partner – Si tratta di un regime fiscale di ‘vantaggio’ che permette ai detentori di reddito di impresa, con sede in Italia, di escludere dalla base imponibile il 50% dei redditi derivanti dall´utilizzo, diretto o indiretto, di alcuni specifici beni intangibili. Tra questi figurano proprio i brevetti, i disegni, i modelli e i software protetti da Copyright; ma non più i marchi, come era in origine”.
Il regime della Patent Box risale al 2014 ma nel 2019 ha ricevuto un nuovo slancio grazie all´introduzione della modalità di accesso per autoliquidazione accanto a quella tramite accordo preventivo (o “Ruling”) con l’Agenzia delle Entrate.
“Questa nuova modalità – commenta Luca Schroeder di Rödl & Partner – porta in dote la possibilità di utilizzare direttamente il vantaggio fiscale previsto dalla normativa senza attendere l´approvazione da parte dell´Agenzia delle Entrate. Attenzione però agli svantaggi dati dallo scegliere l´autoliquidazione rispetto al Ruling, come la diluizione del vantaggio fiscale per ogni esercizio su 3 annualità, il dover predisporre la citata documentazione di corredo annualmente e un minore grado di certezza sul quantitativo del vantaggio fiscale non essendoci stato un previo accordo con l´Agenzia, esponendosi di conseguenza maggiormente al rischio di subire un aggiustamento nell´ambito di eventuali verifiche fiscali”.
Prima di accedere al regime della Patent Box è quindi bene considerare alcuni punti critici. “Innanzitutto bisogna accertare la presenza di utili sia in termini assoluti che in termini relativi – specifica l’esperto di Rödl & Partner – poi verificare la presenza di perdite pregresse e il rapporto tra i costi, per la predisposizione della documentazione di corredo, e i benefici attesi, nonché valutare la fattibilità amministrativa, ovvero la presenza di un sistema contabile in grado di suddividere nel dettaglio il conto economico; e infine considerare quale modalità di accesso si intende intraprendere. È fondamentale avere ben chiaro tutto questo al fine di non trasformare la Patent Box da asso nella manica in boomerang”.