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Home » Economia

Un neo-laureato su 3 rimane disoccupato: penalizzati i giovani del Sud e le donne

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Ci si laurea molto prima, ma 1 neolaureato su 3 è senza lavoro

Nonostante l’età media di chi ha conseguito una laurea cali ancora rispetto agli anni precedenti, 1 neolaureato su 3 è senza lavoro: è quanto emerge dal XXIII Rapporto AlmaLaurea, che ogni anno delinea il profilo e la condizione occupazionale dei laureati.

Dal rapporto, che si basa su 291mila laureati di 76 atenei diversi per quanto riguarda il profilo dei laureati e su 655mila laureati di 76 atenei per quello che riguarda la condizione occupazionale, emerge che l’età media di chi consegue un titolo accademico si abbassa ancora ed è pari a 25,8 anni. Le donne rappresentano oltre la metà dei laureati, ovvero il 58,7% del totale.

Tuttavia, il rapporto sulla condizione occupazionale evidenzia nel corso del 2020 alcune criticità nelle opportunità di occupazione, in particolare per i neo-laureati.

In particolare, si legge nel rapporto, tra “i laureati intervistati a un anno dal titolo si rileva una contrazione del tasso di occupazione rispetto alla precedente rilevazione. La pandemia pare aver colpito soprattutto le opportunità di trovare lavoro, meno la qualità del tipo di occupazione trovata, anche se ciò rappresenta una media di situazioni profondamente eterogenee vissute da chi si è inserito nel mercato del lavoro prima e dopo l’emergere della pandemia”.

Nel rapporto, in cui si evidenzia anche un aumento dello smart working e dell’home working, si registra che nel “2020 il tasso di occupazione è pari, a un anno dal conseguimento del titolo, al 69,2% tra i laureati di primo livello e al 68,1% tra i laureati di secondo livello del 2019. A cinque anni dal conseguimento del titolo il tasso di occupazione è pari all’88,1% per i laureati di primo livello e all’87,7% per i laureati di secondo livello”.

Secondo AlmaLaurea gli “effetti della pandemia sono più visibili nei neolaureati a un anno dalla laurea e sull’opportunità di trovare lavoro. Rispetto alla precedente rilevazione, il tasso di occupazione a un anno è diminuito di 4,9 punti percentuali per i laureati di primo livello e di 3,6 punti per quelli di secondo livello”.

Discorso diverso per i laureati a 5 anni dal conseguimento del titolo, che sembrano aver retto gli effetti della pandemia di Covid. “Il confronto con la rilevazione dello scorso anno mostra che il tasso di occupazione risulta in calo di 0,6 punti percentuali tra i laureati di primo livello e, al contrario, in aumento di 0,9 punti tra i laureati di secondo livello”.

Nel rapporto, inoltre, si “confermano significative le tradizionali differenze di genere e territoriali mostrando, a parità di condizioni, la migliore collocazione degli uomini (17,8% di probabilità in più di essere occupati a un anno dalla laurea rispetto alle donne) e di quanti risiedono al Nord (+30,8% di probabilità di essere occupati a un anno dal titolo rispetto a quanti risiedono al Sud)”.

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