Letta, cominciamo a parlare la lingua dei lavoratori: diritti e salari dignitosi (di N. Urbinati)
La vicenda scandalosa dei rider e di tutti coloro che vogliono lavori dignitosi dimostra che non esiste più nel nostro Paese un partito di indirizzo socialdemocratico, che assume il lavoro come un bene. Anche su questo il Pd dichiari fedeltà alla Costituzione
Nell’ambito dello spazio di dibattito virtuale Discutiamo! aperto su TPI per accogliere le risposte all’appello “La forza della Ragione e il coraggio della politica” [Leggi qui], lanciato da Nadia Urbinati, Stefano Bonaga e Piero Ignazi, pubblichiamo un nuovo contributo della professoressa Urbinati, politologa della Columbia University. Per lasciare la tua firma, aderire all’iniziativa e condividere il tuo pensiero scrivi a discutiamo@tpi.it Discutiamo: il futuro della sinistra | Leggi tutti gli interventi
Letta, cominciamo a parlare la lingua dei lavoratori
Il nuovo segretario ha rifatto la segreteria del PD e si è messo al fianco due vice, Irene Tignali, economista con piglio neo-liberale, e Giuseppe Provenzano teorico della politica con piglio socialdemocratico.
Visione diverse e che sarebbe bello vedere collaborare quando si tratta di decidere quale posizione terrà il PD sul tema della sanità pubblica, del bisogno di rafforzarla finanziando i presidi territoriale smantellati dai precedenti governi (anche PD) e approntando un piano d’emergenza per le future epidemie.
Sarà interessante vedere che posizioni il PD prenderà sulla riforma fiscale – Letta ha dichiarato fedeltà al principio della progressività scritto nella Costituzione: significa che i più abbienti e i ricchi devono pagare più tasse e, soprattutto, non godere delle straordinarie vie di fuga e agevolazioni che, oggi, vanificano nei fatti quel principio.
Sarà interessante vedere le posizioni del PD sulla legislazione del lavoro, poiché la vicenda scandalosa dei rider (sulla quale è intervenuta la magistratura perché la politica se ne è fregata) e di tutti coloro che vogliono lavori dignitosi – non lavori pur che sia – dimostra che non esiste più nel nostro Paese un partito di indirizzo socialdemocratico, che assume il lavoro come un bene.
Anche in questo caso la fedeltà alla Costituzione andrebbe dichiarata. Ma su questi temi il PD ha parlato in questi anni la lingua degli interessi imprenditoriale, non quella dei diritti e della dignità del lavoro. Noi attendiamo di vedere, valutare e giudicare.