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Home » Cultura

Le Vie Crucis romane, quei luoghi nascosti che raccontano il rito del Venerdì Santo

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Ogni Venerdì Santo, nel giorno in cui si commemora la Passione di Cristo, gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Gerusalemme, il luogo della Via Dolorosa, della salita al Calvario e della crocifissione di Gesù, e su Roma, in modo particolare sul Colosseo, dove il Papa celebra il rito della Via Crucis.

Tuttavia, pochi sanno che proprio a pochi metri di distanza da questo luogo, in una strada nascosta che sembra un viottolo di campagna pur trovandosi nel pieno centro di Roma, abbiamo una testimonianza molto importante di come sia nato, si sia sviluppato e si sia diffuso in tutto il mondo il rito della Via Crucis con cui si commemora la Passione di Cristo. Se questa usanza è probabilmente nata nel Medioevo e come qualcosa di legato soprattutto ai luoghi della Terrasanta in cui visse Cristo, un nuovo impulso le fu dato nel Diciottesimo secolo da San Leonardo da Porto Maurizio, un francescano che passò parte della sua vita presso il convento di San Bonaventura al Palatino.

Proprio di fronte a questa Chiesa, nascosta all’ombra delle rovine della Roma imperiale, in un luogo che non dà la percezione di trovarsi in una metropoli da tre milioni di abitanti, si possono vedere quattordici edicole contenenti dei dipinti raffiguranti le stazioni della Via Crucis. Lo stesso San Leonardo fece realizzare centinaia di opere del genere per commemorare la Passione di Cristo attraverso un rito che ebbe un notevole successo, tanto che all’interno di molte Chiese è frequente trovare le raffigurazioni delle quattordici stazioni, cui talvolta se ne aggiunge una quindicesima raffigurante la Resurrezione di Cristo, rito che il Papa compie ogni Venerdì Santo proprio a pochi passi dalla Chiesa di San Bonaventura, presso il Colosseo. Con le dovute eccezioni, come il 2020, quando in pieno Covid il Papa svolse la Via Crucis in solitudine in Piazza San Pietro, con un gesto fatto di immagini simboliche che racconta bene il momento pandemico che abbiamo vissuto.

Se cerchiamo delle edicole di una Via Crucis fuori dalle mura di una chiesa, quella di San Bonaventura non è l’unica che possiamo incontrare a Roma. Se ci spostiamo ai piedi del Gianicolo, e da Trastevere vogliamo salire verso San Pietro in Montorio, c’è una strada nascosta che può permetterci di tagliare la tortuosa curva di via Garibaldi attraverso un silenzioso passaggio che ci regala non solo un panorama suggestivo, ma anche un’altra serie di edicole raffiguranti le scene della Passione. La strada in questione si chiama via di San Pietro in Montorio, si presenta come una salita relativamente ripida che compie una curva all’altezza di una chiesa sconsacrata dedicata a Sant’Antonio da Padova e che costeggia, nel tratto più alto, l’Accademia di Spagna. Proprio il Paese iberico è strettamente legato alla storia di questa Via Crucis, realizzata nel 1909 da tre artisti, due scultori e un pittore di nome Ortiz Echague, Zaragoza Fernandez e Martin Laurel che alloggiavano presso l’accademia. Le edicole, in terracotta dipinta, accompagnano il devoto come il passante lungo questa suggestiva salita che permette di raggiungere una delle viste più suggestive di Roma a chi viene dai vicoli di Trastevere, e che ci ricorda come all’ombra della Via Crucis del Papa al Colosseo la Città Eterna ospiti tante piccole Via Crucis che ci raccontano storie di arte, di vita e di devozione.

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