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Siti antichi, reliquie, pitture: in essi riconosco te

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In passato, si credeva che l’Oriente e l’Occidente fossero come il giorno e la notte che si alternano l’un l’altro. Ma quando il giorno e la notte si incontrano, creano due dei paesaggi più belli del mondo: l’alba e il tramonto. La Cina e l’Italia sono i paesi che creano questa bellezza

Dallo scorso anno, finalmente sono ripresi gli scambi culturali tra Cina e Italia, che erano stati sospesi a causa dell’epidemia da Covid-19. Questo ha portato con sé grandi aspettative, un forte entusiasmo e una sincera volontà di ristabilire legami culturali. Nel luglio del 2022, la mostra “Tota Italia. Alle origini di una Nazione” ha sorpreso tutti fin dall’inizio grazie alla ricchezza della tematica, alla quantità e alla qualità delle preziose opere esposte, nonché al complesso allestimento. Questa mostra è stata l’evento principale dell’Anno della Cultura e del Turismo Cina-Italia, rinviato per due anni a causa della pandemia. Da allora, in soli dodici mesi, sono state organizzate oltre una decina di mostre di grande impatto tra Cina e Italia, e se si considerano anche le numerose attività culturali, il bilancio è ancora più impressionante.

Quest’anno, la mostra “Capolavori dell’autoritratto”, con l’esposizione di cinquanta autoritratti dal Rinascimento all’epoca contemporanea, selezionati dalla preziosa collezione della Galleria degli Uffizi di Firenze, ha offerto al pubblico l’opportunità di ammirare le rappresentazioni dei grandi maestri di sé stessi e di esplorare l’espressione del loro mondo spirituale. La mostra “Botticelli e il Rinascimento”, invece, ha condotto il pubblico all’interno dell’epoca e dello spazio del pittore italiano, permettendo loro di conoscere la politica, la religione e la vita di Firenze e dei suoi territori circostanti tra il XV e il XVI secolo. L’esposizione “La luce dell’antica civiltà romana” ha invece fornito l’opportunità di approfondire le radici della cultura italiana. A luglio, quando è stata inaugurata a Ningbo, nella provincia dello Zhejiang, la mostra “Le Civiltà dei Grandi Fiumi”, il pubblico ha potuto ammirare i contributi della Cina e dell’Italia, due grandi civiltà e rappresentanti distinti del mondo orientale e del mondo occidentale, nella storia artistica dell’umanità. Circa 300 reperti provenienti dai musei cinesi e italiani hanno rappresentato le culture sviluppatesi lungo i fiumi Nilo, Eufrate, Tigri, Indo, Giallo e Yangtze. Come ha dichiarato l’Ambasciatore d’Italia in Cina, Massimo Ambrosetti, durante la cerimonia inaugurale: “In occasione dell’apertura di questa bellissima mostra dedicata alle antiche civiltà, celebriamo la cooperazione culturale e l’amicizia tra Cina e Italia”.

Nella storia dello sviluppo umano, sia la Cina che l’Italia hanno contribuito con una ricchezza di tesori artistici al patrimonio mondiale. Nell’epoca moderna, queste due nazioni sono state esempi di scambi culturali internazionali. Il famoso sinologo Federico Masini ha sottolineato che, per gran parte della storia, gli scambi tra l’Oriente e l’Occidente sono stati ampiamente rappresentati dall’interazione tra Cina e Italia.

In passato, si riteneva che l’Oriente e l’Occidente fossero come il giorno e la notte, alternandosi l’un l’altro: quando l’Oriente era nel pieno giorno, l’Occidente era ancora avvolto nell’oscurità; quando l’Occidente brillava di luce, l’Oriente era già immerso nel sonno profondo. Sembrava che tra l’Oriente e l’Occidente vi fosse una separazione insormontabile. Tuttavia, se osserviamo più attentamente, scopriamo che quando il giorno e la notte si incontrano, creano due dei paesaggi più belli del mondo: l’alba e il tramonto.

Sia l’Antica Roma e la Seres di duemila anni fa, che l’Italia e la Cina di oggi, sono proprio i creatori di questa bellezza.

Guardando alla storia, molti eventi e particolarità sembrano pieni di coincidenze, quasi come se fossero immagini speculari, come ad esempio l’antica dinastia Han in Cina e l’epoca gloriosa dell’Antica Roma.

Nell’anno 201 a.C., la Seconda Guerra Punica si concluse con la vittoria di Roma. Meno di un anno dopo, su un continente lontano nell’Estremo Oriente, un uomo di nome Liu Bang, di umili origini, sconfisse il potente Xiang Yu nella guerra tra Chu e Han, dando inizio così alla più grande dinastia nella storia cinese: la dinastia Han.

A quel tempo, la Cina chiamò Roma “Daqin”. Secondo il libro Hou Hanshu, che racconta la storia ufficiale della tarda dinastia Han (25-221 d.C.), una delegazione inviata dal re Andun di Daqin arrivò nella capitale della dinastia Han orientale, portando doni come avorio e corni di rinoceronte. Tuttavia, dalle successive ricerche storiche, non è possibile confermare con certezza che “Andun” fosse l’allora imperatore romano Antonino Pio, ma questo evento suscitò grande curiosità in Cina verso quel lontano paese occidentale. Molti anni dopo, l’inviato cinese Gan Ying rinunciò alla sua missione di raggiungere Daqin a causa delle preoccupazioni legate alle difficoltà del percorso sconosciuto.

Anche se non ci furono incontri o scambi diretti, molti studiosi hanno comparato l’Antica Roma con la dinastia degli Han. Il noto storico britannico Arnold Joseph Toynbee, nel suo libro “A Study of History” dedicato allo studio comparativo delle civiltà, ha presentato i due principali modelli dello sviluppo civile mondiale: il modello greco e il modello cinese. Secondo lui, l’antica civiltà romana è il risultato inevitabile dell’alto sviluppo del modello greco, e la cosiddetta civiltà greca può essere anche chiamata civiltà greco-romana, mentre le dinastie Qin e Han segnano l’inizio del modello cinese.

Lo studioso cinese Yi Zhongtian ha scritto nel suo libro “Due Han e due Roma” che l’Antica Roma assomiglia molto alla Cina, per esempio, per il politeismo e la libertà di culto. Sebbene il Dio cinese detenga il giudizio finale sui destini, di solito non interviene direttamente negli affari degli uomini. I dei romani sono piuttosto protettori che giudici e non si interessano alle questioni morali umane. Questo significa che sia la cultura cinese che quella romana sono incentrate sull’umanità piuttosto che sulla divinità. È per questo che entrambe hanno sviluppato un sistema legale, con la ritualità confuciana in un caso e lo stato di diritto nell’altro. In entrambi i casi, si tratta fondamentalmente di un’amministrazione autonoma degli uomini.

Tuttavia, in termini di estetica artistica, queste due grandi civiltà avevano notevoli differenze a causa dei loro contesti politici e religiosi diversi. Nell’Antica Roma, l’estetica era strettamente legata all’Antica Grecia, mettendo in rilievo la bellezza delle forme e dell’esteriorità, in linea con le idee di Platone e Aristotele che enfatizzavano sul ruolo dell’arte come “imitazione della natura”. D’altra parte, nell’arte della dinastia Han in Cina, l’accento era posto sull’espressione delle emozioni interne e sull’equilibrio spirituale, in sintonia con il pensiero del confucianesimo e del taoismo, che valorizzano l’armonia tra cielo e uomo.

Gli studiosi sono inclini a fare confronti perché entrambe le civiltà esistevano nello stesso periodo storico e crearono per la prima volta civiltà globali senza precedenti. Dal punto di vista artistico, l’Antica Roma gettò le basi per l’arte occidentale, mentre la dinastia Han fu la quintessenza dell’arte antica orientale. Entrambe, a loro volta, hanno lasciato al mondo patrimoni preziosi e inestimabili.

Quanto è meraviglioso indagare le similitudini e le differenze tra queste civiltà!

Dal XIII secolo, quando Cina e Italia si incontrarono oltrepassando fiumi e montagne lungo l’antica Via della Seta, le tracce di questo scambio rimasero impresse su bronzo, vetro e seta. Nei reperti archeologici, è stato scoperto che la seta cinese veniva utilizzata per adornare la statua di una dea leggiadra, mentre i motivi tipici in porcellana bianca e blu della dinastia Yuan erano incisi su un vaso di ceramica della Famiglia Medici. Con l’incremento degli scambi, l’indagine sulle similitudini e le differenze è diventata sempre più affascinante e ricca di spunti interessanti.

Le diverse mostre e attività culturali, sia piccole che grandi, consentono ai due popoli, quello cinese e quello italiano, di cercare quella sensazione di diversità che sembra allo stesso tempo familiare, attraendoci reciprocamente e svelando il velo che ci fa sentire come se ci conoscessimo da tempo.

Come ha dichiarato il direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Giulierini: “L’Antica Roma e l’Antica Cina hanno portato al mondo grandi conquiste civili. Queste due civiltà erano molto simili per le loro capacità nella calligrafia, nella letteratura, nella filosofia, nella costruzione di fortificazioni e strade. Entrambi i paesi, durante l’antichità, hanno contribuito a creare un senso di ordine in tutte le aree, rispetto al disordine di altre regioni geografiche”. Di conseguenza, sia l’esposizione di capolavori italiani in Cina che l’esposizione di capolavori cinesi in Italia suscitano un particolare senso di affinità.

Questa connessione costituisce il fondamento degli scambi frequenti e genuini tra la Cina e l’Italia, nonché il nucleo dell’amicizia tra i due Paesi.

Nella sua lettera inaugurale per l’apertura della mostra “Tota Italia. Alle origini di una Nazione”, il Presidente italiano Mattarella ha dichiarato che la realizzazione di questa iniziativa a Pechino, insieme alle numerose proposte culturali italiane in tutta la Cina, “conferma che le relazioni bilaterali si basano su solide fondamenta, che convergono tra due civiltà millenarie, unite dalla capacità di mediazione, dalla curiosità e dalla reciproca ammirazione”.

Sia il pubblico cinese che quello italiano, quando si trovano di fronte a reperti storici che racchiudono millenni di civiltà e che ancora oggi brillano di storia, possono facilmente percepire un’affezione per la storia stessa. Immaginiamo il ruolo che hanno svolto all’epoca, cerchiamo di pensare alle storie che potrebbero esserci dietro e apprezziamo il loro fascino riflesso nell’usura degli anni. Portando con noi questa familiarità, scopriamo insieme la bellezza e la curiosità che ci appartengono.

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