Se leggi sei più felice: bastano 3 libri all’anno
Se leggi sei più felice: lo dice la ricerca. Secondo diversi studi, si può combattere lo stress e la negatività con una bella e ricca lettura.
Può un libro essere la chiave della felicità? Se ami i libri, forse sì. Portate sempre con voi un volume da sfogliare, magari per trascorrere il tempo in viaggio nel modo più creativo possibile? Sul vostro comodino non può mai mancare il libro della buonanotte? Se sì, vuol dire che questa è la ricerca che vi rispecchia di più.
Diversi studi, infatti, hanno rivelato che il legame tra felicità e lettura sta nel saper aprire la mente dell’individuo e incrementarne le doti comunicative.
Il più recente, è uno studio condotto dalla casa editrice Bruno Editore: due milioni dei suoi lettori hanno dimostrato che il segreto della felicità sta nel leggere tre libri all’anno. Un numero interessante (seppur minimo) che aiuterebbe a limitare il livello di stress. Ovviamente, leggendone più di tre, non potrete che migliorare la vostra condizione. Più si legge, meglio è.
Se leggi sei più felice? Pare proprio di sì. La lettura aiuta a instaurare relazioni con gli altri: più si legge, più si è predisposti a interfacciarsi con il prossimo. Inoltre, leggere amplia il proprio vocabolario: s’impara costantemente e non è un dato che riguarda soltanto i bambini in fase di crescita.
Secondo una ricerca pubblicata sul New York Times, un libro ben scritto è uno stretching per il nostro cervello. Cosa significa? Se l’autore è in grado di descrivere perfettamente la sensazione che si prova bevendo un caffè, il nostro cervello dovrebbe mandare gli stimoli necessari a ricreare in modo concreto quell’idea, come se stessimo davvero bevendo il caffè e non soltanto leggendone l’azione.
Infine, secondo uno studio dell’Università di Yale (riportato su Social Science & Medicine), chi legge 3 ore e mezza alla settimana ha un’aspettativa di vita più lunga di due anni rispetto ai lettori occasionali. Leggere quindi allunga la vita? Stando a quanto provato dall’esperimento di Yale, sì.