Raimo a TPI: “Il Salone del Libro è antifascista, non c’è spazio per il libro di Salvini con Casapound”
Il Salone del Libro è iniziato tra le polemiche per la presenza dello stand di Altaforte, casa editrice vicina a Casapound con cui il vicepremier leghista Matteo Salvini ha pubblicato il suo libro-intervista [qui la diretta dal Salone].
Diversi intellettuali, tra cui il collettivo Wu Ming e la scrittrice Michela Murgia, hanno deciso di boicottare il festival, mentre il fumettista Zerocalcare prima ha detto di voler annullare la sua partecipazione poi ci ha ripensato.
Francesco Polacchi, fondatore di Altaforte è stato denunciato per apologia del fascismo dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, e dal governatore della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino. Polacchi [chi è] è ora indagato dalla Procura di Torino, ma continua a rivendicare le sue convinzioni fasciste e ha detto che sarà presente al festival nonostante alla fine Altaforte sia stata esclusa.
Nel primo giorno del Salone TPI ha incontrato lo scrittore Christian Raimo, consulente del Salone del Libro dimessosi dal suo ruolo proprio dopo aver pubblicato su Facebook un post in cui definiva “neofascisti e razzisti” alcuni editori.
Ho condiviso il programma del festival e lo rivendico, sono molto contento di aver fatto parte di questa squadra”, dice lo scrittore.
“Dobbiamo imparare tante cose da questa vicenda”, osserva. “Spero che si sia creato un precedente che metta insieme tutte le voci antifasciste, da quelle più radicale e movimentiste a quelle più liberali, cattoliche e istituzionali. Questa non è una battaglia di intellettuali, ma di cittadini”.
“Non si tratta di fare censura”, prosegue Raimo a microfoni di TPI. “Immaginiamo se negli anni Settanta Cossiga poteva pubblicare un libro-intervista per Ordine Nuovo. Il problema è che un ministro dell’Interno pubblica un libro per una casa editrice esplicitamente neofascista e questa cosa in un salone del Libro che rappresenta una comunità che si riconosce nell’antifascismo non è possibile”.