Salone del Libro, Zerocalcare lascia i fumetti (per un po’)
Salone del Libro 2019 news Zerocalcare
A Torino alla fine ci è andato. Archiviata la questione Altaforte, Zerocalcare non ha deluso i fan. Nella seconda giornata del Salone del Libro, il fumettista di Rebibbia si è presentato allo stand della casa editrice che pubblica i suoi fumetti e, come da copione, si è messo a fare i suoi “disegnetti”.
Durante un incontro, però, Michele Rech – questo il nome di Calcare all’anagrafe – è tornato a parlare del suo futuro. “Vorrei mettermi a fare cartoni”, ha detto. Non è una novità, in realtà. Già in passato, subito dopo il successo del film tratto dal suo primo lavoro La profezia dell’armadillo, l’artista aveva ammesso di voler mettere da parte i fumetti. Almeno per un po’.
“Vorrei mettermi a fare cartoni animati, ma mi sono reso conto che non lo posso fare da solo. Mi serve una squadra, dei produttori e mi sto muovendo in quella direzione. È quello che vorrei fare nel 2019”, ha detto ai suoi fan il fumettista di periferia.
“Qui al Salone c’è la ristampa dell’edizione nuova di ‘Un polpo alla gola’, con alcune pagine inedite. Ad ottobre dovrebbe anche uscire una raccolta di inediti”, ha detto ancora.
Il fumettista è tornato sulla vicenda Altaforte. “La decisione che è stata presa è quella più logica. Questa vicenda, per fortuna, è finita bene. Io non volevo ritrovarmi accanto ai fascisti”. Così il
fumettista Michele Rech, noto come Zerocalcare, al Salone di libro di Torino, sulla polemica legata alla casa editrice
Altaforte.
“Qualcuno ha sollevato il problema di avere un’organizzazione neofascista che cercava di stare all’interno di questo spazio e di accreditarsi in questo mondo. Qualcuno ha detto che non voleva stare vicino a loro e io, per primo, non volevo trovarmi accanto a chi ha dato coltellate ai miei fratelli. Mi sembra che questa battaglia abbia raccolto un ampio fronte e lo stesso Museo di Auschwitz si
è esposto in questo senso”, ha aggiunto ancora.
Zerocalcare negli ultimi giorni si è reso protagonista della battaglia contro la casa editrice vicina a CasaPound Altaforte, che al Salone del Libro aveva acquistato uno stand. Insieme ad altri autori, il fumettista aveva deciso di boicottare l’appuntamento di Torino, alzando un tale polverone da spingere gli organizzatori a rivedere la presenza di Altaforte. [Qui l’articolo sulle polemiche]
Una scelta politica, quella di Zerocalcare, perfettamente in line con le sue esperienze di vita. “Ho annullato tutti i miei impegni al Salone del libro di Torino, sono pure molto dispiaciuto ma mi è davvero impossibile pensare di rimanere 3 giorni seduto a pochi metri dai sodali di chi ha accoltellato i miei fratelli, incrociarli ogni volta che vado a pisciare facendo finta che sia tutto normale”, aveva annunciato su Twitter il fumettista, a due giorni dall’inizio della manifestazione.
“Non faccio jihad, non traccio linee di buoni o cattivi tra chi va e chi non va, sono questioni complesse che non si esauriscono in una scelta sotto i riflettori del salone del libro e su cui spero continueremo a misurarci perché la partita non si chiude così”, scriveva ancora Zerocalcare, aggiungendo: “Qua ogni settimana spostiamo l’asticella più in là”.