Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 19:59
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cultura

Trent’anni dopo la Jugoslavia: una nuova mostra e un documentario esplorano cosa significa ricostruire il senso di casa, lontano dalla propria patria

Immagine di copertina
Un frame del documentario "La lunga vacanza" del regista Davor Marinković, prodotto all’interno del progetto Moj Dom

La mostra fotografica "Moj Dom / Casa mia. Ritratti, oggetti e memorie a 30 anni dalla dissoluzione della Jugoslavia" raccoglie le storie di trentacinque oggetti, rappresentativi del senso di casa per alcune delle persone intervistate in Italia. Aprirà il 6 novembre presso lo spazio Careof, all’interno della Fabbrica del Vapore a Milano

Tra il 1991 e il 1995 oltre settantamila persone hanno trovato rifugio in Italia dalle guerre di dissoluzione della Jugoslavia. Trentanni dopo, la maggior parte di loro vive ancora qui. Cosa significa ricostruire il senso di casa, lontano dalla propria casa? Il progetto europeo Moj Dom, coordinato dallorganizzazione indipendente Codici, ha cercato risposta a questa domanda attraverso centinaia di interviste realizzate da otto partner in Austria, Croazia, Germania, Italia e Slovenia. Due anni di ricerche hanno portato alla creazione di un kit didattico, una mostra fotografica, un documentario e, in Slovenia, alla produzione di uno spettacolo teatrale.

La mostra fotografica Moj Dom / Casa mia. Ritratti, oggetti e memorie a 30 anni dalla dissoluzione della Jugoslavia raccoglie le storie di trentacinque oggetti, rappresentativi del senso di casa per alcune delle persone intervistate in Italia. Questi oggetti, carichi di significato, sono stati condivisi spontaneamente dalle persone che hanno vissuto il conflitto durante quattro eventi aperti, detti collection days, curati tra il 2023 e il 2024 dallassociazione di storia contemporanea Laboratorio Lapsus e da Codici. In queste occasioni, il fotografo Marco Carmignan ha realizzato dei dittici video che mettono in dialogo i ritratti delle persone con gli oggetti scelti. La mostra inaugurerà il 6 novembre alle ore 18 presso lo spazio Careof, allinterno della Fabbrica del Vapore (via Giulio Cesare Procaccini, 4, Milano) e rimarrà aperta fino al 10 novembre.

La mostra sarà arricchita da momenti di coinvolgimento diretto con il pubblico. Durante linaugurazione, sarà possibile dialogare con i curatori e le curatrici, il fotografo Marco Carmignan e i partner italiani del progetto. Questi ultimi rimarranno a disposizione del pubblico per tutta la durata dellesposizione. Inoltre, nelle mattine del 6 e del 7 novembre, la mostra ospiterà una serie di laboratori dedicati alle scuole secondarie della provincia di Milano.

Sempre presso Careof sarà possibile assistere sabato 9 novembre alle ore 17 allanteprima del documentario La lunga vacanza del regista Davor Marinković, prodotto allinterno del progetto Moj Dom. Il regista ha infatti scelto di raccontare la storia di una delle persone intervistate durante la ricerca, scrivendo insieme a lei la sceneggiatura. Almina Basić ha lasciato la Bosnia Erzegovina nel 1995, a dodici anni. Il giorno della partenza, i genitori le dissero che avrebbero fatto una breve vacanza in Italia. Che dura ancora oggi.

Lorenzo Scalchi di Codici commenta: Riflettere sulle politiche migratorie e di accoglienza di trentanni fa ci aiuta a comprendere meglio il presente. Per questo, trasformare i risultati della ricerca in materiali accessibili a un pubblico ampio è stato per noi fondamentale.”

Erica Picco di Laboratorio Lapsus aggiunge: Abbiamo scelto di raccontare le guerre di dissoluzione della Jugoslavia attraverso il concetto di casa. Gli oggetti, più delle mura stesse, ci fanno sentire a casa, perché racchiudono il calore e l’intimità del nostro spazio personale. Un semplice oggetto può trasformarsi in un simbolo d’identità e di storia collettiva, aiutandoci a capire meglio le molteplici connessioni tra la storia generale e quella personale.”

Il fotografo Marco Carmignan spiega: Allinizio pensavo di realizzare solo fotografie, ma poi ho scelto i dittici video per evocare il legame indissolubile tra il soggetto e il suo oggetto, come se fossero specchi che si riflettono a vicenda.”

Infine, il regista Davor Marinković afferma: Ero inizialmente intimorito allidea di affrontare il tema dell’assedio di Sarajevo, che ha segnato l’infanzia della protagonista del documentario. Ma le immagini vivide e cinematografiche con cui lei descriveva i suoi ricordi mi hanno convinto a farlo.”

Ti potrebbe interessare
Cultura / Fair Play Menerini: svelati i partecipanti al talk show i campioni si raccontano
Cultura / Un libro di corsa: Elizabeth
Cultura / Un libro di corsa: L’ultimo omicidio alla fine del mondo
Ti potrebbe interessare
Cultura / Fair Play Menerini: svelati i partecipanti al talk show i campioni si raccontano
Cultura / Un libro di corsa: Elizabeth
Cultura / Un libro di corsa: L’ultimo omicidio alla fine del mondo
Cultura / Ecco “Rafael. Una vita speciale”, la nuova serie podcast di Lorenzo Giroffi
Cultura / L’attore e cantante Andrea Bruschi a TPI: “Dalla musica al cinema: raccontare storie per me è una necessità”
Cultura / Esclusivo TPI – Parla Johnny Depp: “Modigliani è il mio alter ego: la mia libertà non sempre mi ha favorito”
Cultura / Annunciata la settima edizione dell’Italian Excellence Gala & Awards che si terrà a Los Angeles
Cultura / Milano: Delvis Unlimited presenta Metallica, l’installazione che combina design e arte. Utilità ed estetica
Cultura / Banca Ifis, presentato lo studio “Economia della Bellezza 2024”: fatturato di 192mld da oltre 700 imprese italiane
Cultura / Fondazione FS: Presentato il volume “Pietr’Arsa da officina a museo ferroviario”