“La pandemia ha svelato la fragilità dell’uomo. Dobbiamo cambiare il modo di stare sulla Terra”: parla Luca Parmitano
Intervista all'astronauta dell'ESA Luca Parmitano: "la pandemia ha mostrato la nostra debolezza. Sono estremamente preoccupato dagli effetti sociali ed economici, penso che debba essere un campanello di allarme". Il primo italiano ad assumere l’incarico di comandante della Stazione spaziale internazionale ha raccontato della sua esperienza durante la missione "Beyond"
“Sono estremamente preoccupato dagli effetti sociali ed economici della pandemia di Covid 19, penso che debba essere un campanello di allarme, dobbiamo imparare da quello che è successo. Noi non siamo immortali e questo non è l’unico modo in cui è possibile gestire la nostra presenza sulla Terra, possiamo effettuare dei cambiamenti economici e sociali che permettano all’uomo una nuova armonia con l’ambiente”. Sono le parole dell’astronauta dell’ESA Luca Parmitano, il primo italiano ad assumere l’incarico di comandante della Stazione spaziale internazionale che a TPI ha raccontato della sua esperienza durante la missione spaziale “Beyond”. Su questa incredibile avventura è stato girato anche un documentario che andrà in onda il 28 novembre in prima serata, 21:15, su Sky Arte e in streaming su NOW TV.
Cosa insegna l’esperienza dello spazio sul concetto di “confine”, quanto ne cambia davvero il significato?
Fin dal primo volo spaziale, ci siamo resi conto del fatto che i confini, i limiti, sono un’invenzione assolutamente umana, nel senso che non c’è una linea di confine predeterminata che l’uomo non possa scavalcare. L’uomo supera montagne, fiumi, oceani. L’idea molto ancestrale di impossessarsi dei luoghi non ha alcun senso. Dallo spazio vediamo la Terra nella sua interezza. Questi confini spariscono, spariscono persino le montagne. Diventano una parte molto semplice da superare con lo sguardo. La Terra è già un’astronave di cui siamo tutti l’equipaggio. L’unica via per gestire la nostra avventura è quella della collaborazione, non dello scontro.
La pandemia di Covid 19 ha sorpreso un’umanità fragile che ha reso a sua volta fragile questo pianeta. Cosa si “vede” dallo spazio che noi uomini non riusciamo a cogliere dalla Terra?
Ne parlavo con il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, il quale mi ha chiesto della fragilità della Terra, cosa vediamo noi che possa essere una testimonianza per gli altri. Gli ho risposto in tutta onestà ed è estremamente doloroso per noi vedere che non ci occupiamo in maniera coerente dell’ambiente. Però nel sistema, la cosa più fragile siamo noi. La vita è estremamente coerente con le leggi dell’Universo. La vita continuerà ben oltre i danni che stiamo facendo, per cui la cosa più fragile di tutto questo siamo noi.
Qual è il futuro dell’essere umano sulla Terra?
Come tutti, sono estremamente preoccupato dagli effetti sociali ed economici della pandemia, penso che debba essere un campanello di allarme, dobbiamo imparare da quello che è successo. Noi non siamo immortali e questo non è l’unico sistema in cui si può gestire la nostra presenza, è possibile effettuare dei cambiamenti economici e sociali che permettono all’uomo una nuova armonia con l’ambiente. Non è un concetto innovativo, semplicemente la pandemia ha mostrato la nostra debolezza. Tutte le volte in cui ci troviamo in una situazione di debolezza quello che facciamo è prendere in mano la situazione e modificarla, prenderci cura di noi stessi, in questo caso significa prendersi cura anche dell’ambiente.
Le potenzialità delle missioni spaziali, che si spingono alla scoperta di nuovi pianeti, fanno sì che alcuni si illudano di poter abbandonare la Terra quando non sarà più “abitabile”.
È estremamente insidioso come pensiero, espresso benissimo dall’attuale direttore dell’Esa, Johann Dietrich Woerner: la Terra è l’unico pianeta che sostiene la vita. Non conosciamo nessun altro pianeta in grado di farlo. Tutti gli altri pianeti che riusciamo a vedere sono al momento a distanza insuperabile per l’uomo. Il fatto che noi abbiamo scienza e tecnologie che ci permettono di viaggiare in orbita non vuol dire che questo ci autorizza a non prenderci cura della Terra. Noi siamo ancora sulla Terra e strettamente vincolati al nostro pianeta.
Come immagina il futuro della Terra da qui ai prossimi 50 anni?
Come tutti posso sognare, avere dei pensieri. Sono un’ottimista per natura, l’ottimismo forse mi ha permesso di raggiungere questo lavoro. Voglio pensare che l’uomo sia in evoluzione, come tutto. Se come società riusciamo ad evolvere dobbiamo farlo nell’ottica della collaborazione e della cooperazione. Questo lo stiamo già facendo. Ma l’evoluzione non è lineare. Dobbiamo necessariamente assumere la consapevolezza di quello che sta accadendo al nostro pianeta, il cambiamento climatico, l’impatto su salute, le pandemie, devono farci migliorare il nostro rapporto con l’ambiente. Per necessità l’uomo nel suo costante adattamento all’ambiente deve alla fine scendere a patti col fatto che dobbiamo prenderci cura del pianeta. Perché se non lo faremo, gli unici a rischio saremo noi.
Si è mai sentito smarrito nello spazio?
Diventare astronauta è un percorso lungo, abbiamo tempo e spazio per renderci conto di quello che stiamo andando a fare e del perché. Per quanto mi riguarda non mi è successo. La nostra idea è quella di fare qualcosa perché ha del merito. Quello che può succedere è di chiederci: la mia scelta, che va a influenzare anche la vita di persone care che non hanno fatto questa scelta, ne varrà la pena anche per loro? Per quello possiamo addestrarci, è una questione di allenamento.
Il documentario Space Beyond
Space Beyond, il documentario ufficiale sulla missione spaziale ‘Beyond’ di Luca Parmitano, andrà in onda il 28 novembre in prima serata, alle 21.15, su Sky Arte e in streaming su NOW TV. Per la prima volta nella storia del cinema un astronauta porta la telecamera nello Spazio e realizza, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, un film che mette insieme arte e divulgazione scientifica.
“Se tutto questo è stato possibile lo devo, prima di tutto, a Luca Parmitano, perché mi ha permesso di realizzare questo film fidandosi di me e collaborando attivamente a tutta la genesi di un’opera così complessa e originale. Un ringraziamento speciale inoltre a ESA – European Space Agency e Agenzia Spaziale Italiana per il patrocinio NASA – National Aeronautics and Space Administration, Роскосмос e IBM per il supporto tecnico”, ha dichiarato a TPI il regista Francesco Cannavà.
Space Beyond è stato “Realizzato nell’ambito del Progetto Sensi Contemporanei Cinema” , prodotto da Fabio Fagone per Skylight Italia Vincenzo De Marco per Beagle Media Renata Giuliano per 8 ROAD FILM Srl Antonio Luca Padovani per LattePlus Berlin Film Production. Produttori esecutivi Francesco e Mollo Pietro Alberto.
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