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Home » Cultura

La lettera della preside: “Mamme in minigonna e calze a rete, non lamentatevi se le vostre figlie vengono sbeffeggiate”

Immagine di copertina

La dirigente scolastica ai genitori

La lettera della preside sulle “mamme in minigonna”

“Mamme in minigonna e calze a rete, non lamentatevi se le vostre figlie vengono sbeffeggiate”: è uno dei passaggi di una lettera scritta dalla preside di una scuola romana, l’Istituto Comprensivo Tullia Zevi di Casal Palocco, quartiere residenziale alla periferia di Ostia, che in queste ore sta facendo molto discutere.

Quella della dirigente scolastica, Eugenia Rigano, è una lunga missiva di congedo dalla scuola che ha guidato per anni in cui mostra risentimento nei confronti di alcuni genitori che partecipano alla vita democratica dell’istituto.

La preside nella lettera punta il dito soprattutto contro le mamme degli alunni che si presentano a scuola in un abbigliamento troppo disinibito e contro coloro che utilizzano un linguaggio minaccioso, dando un pessimo esempio ai loro ragazzi.

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La lettera

“Cari genitori – si legge all’inizio della missiva -, al termine di 5 anni di incarico desidero congedarmi da Voi con un breve saluto. E mi perdonerete se lo farò con spirito ormai non più di dirigente, ma cedendo ad una vocazione piuttosto didascalica. Avendo ricevuto molte calorose attestazioni di stima e affetto, desidero innanzi tutto ringraziare coloro che hanno ritenuto di esprimerle”.

“Ma desidero – ha continuato la preside – anche lasciarvi un piccolo voto, affinché la mia esperienza trentennale di insegnante e quella di Dirigente possano aiutarvi a portare avanti il difficile compito di genitori in una relazione delicata quale è quella scuola-famiglia”.

“I simpatici promotori di chat di classe, che appena costituito il gruppo cominciano ad azzannarsi tra loro con turpiloquio e minacce, perché si lamentano quando poi tra i figli si producono episodi di violenza e bullismo?”, è una delle domande poste dalla dirigente.

Ma una vera e propria frecciata è stata riservata alle madri: “Le signore agée – ha scritto Rigano – che divorate dal loro demonio meridiano, e non avendo mai trovato miglior palcoscenico, esordiscono cercando visibilità in minigonna e calze a rete perché si lamentano poi se le figlie, non proprio silfidi, vengono sbeffeggiate dai compagni di classe? Non sono loro che hanno puntato tutto sull’apparenza?”.

“E allora bisogna chiedersi – continua la dirigente -: hanno mai riflettuto costoro sul valore dell’esempio? Perché la scuola non è un parco giochi. E se giocattolo vogliono farla diventare, sappiano che è un giocattolo pericoloso. Perché i nostri figli vi trascorrono la metà del loro tempo; perché, ci piaccia o no, ne traggono esempi ed esperienze su cui conformare giudizi e comportamenti”.

Le reazioni alla lettera non si sono fatte attendere. I genitori hanno criticato le posizioni della preside nei commenti nel loro gruppo Facebook. Alcuni si sono chiesti quale fosse il motivo delle parole dei dirigenti. Altri si sono indignati per quello che potrebbe essere interpretato come una giustificazione del bullismo. “Sorvoliamo su di lei come lei ha sorvolato su di noi”, ha scritto qualcuno.

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