La trappola atomica, un libro racconta come la bomba ha contaminato la cultura pop
Un libro appena uscito analizza e mette assieme per la prima volta in assoluto tutte le opere culturali che parlano di bomba atomica. Dai film ai romanzi, dalle serie televisive ai fumetti, dalle opere d'arte alla musica fino ad arrivare ai videogiochi e ai cartoni animati, ecco la prima “enciclopedia analitica” che vuole offrire all'uomo un “tesoretto” di orrori ed errori post-atomici, per far sì che l'umanità capisca quale micidiale tasto ha in mano. E non lo schiacci mai più
Non era mai uscito fino a oggi un libro che riunisce tutte le opere culturali che trattano di bomba atomica. Nel periodo storico in cui l’incubo atomico torna a farsi sentire, forte come ai tempi della guerra fredda, ci ha pensato Camilla Sernagiotto. La giornalista del Corriere della Sera e di Sky TG24 ha appena pubblicato La trappola atomica. Come la bomba ha contaminato la cultura pop (Ultra edizioni, 2023), un saggio che per la prima volta mette assieme e analizza tutti i film, i romanzi, le serie televisive, i fumetti, le opere d’arte, le canzoni, i videogiochi, i manga e perfino i cartoni animati che hanno trattato del fungo atomico.
Il libro si pone come una sorta di prima “enciclopedia analitica” della bomba, ripercorrendone la storia fin dalle origini, ossia da quel Progetto Manhattan da cui tutto ebbe inizio nel deserto di Los Alamos, negli Stati Uniti (dove un enorme team di americani e profughi europei lavorarono per creare l’ordigno dell’apocalisse).
La trappola atomica di Sernagiotto vuole offrire all’uomo un vero e proprio “tesoretto” di orrori ed errori post-atomici, per far sì che l’umanità capisca quale micidiale tasto ha in mano. E non lo schiacci mai più. “L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi”, disse Albert Einstein. A questa frase pronunciata dal più famoso scienziato del mondo si deve il titolo del saggio fresco di stampa. E purtroppo proprio ad Einstein si deve anche la bomba atomica: è stato lui a convincere l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America a dare il via alla progettazione degli ordigni nucleari, instillandogli il timore che la Germania di Hitler stesse facendo lo stesso.
La bomba atomica, che negli ultimi mesi ha ripreso prepotentemente il suo posto fra i nostri peggiori incubi, ha segnato la storia e l’immaginario collettivo a partire dalla seconda metà del Novecento. Dalle pagine di questo voluminoso saggio (oltre 400 pagine di film, romanzi, videogame, fumetti, serie televisive e via dicendo) si evince come l’atomica abbia contaminato tutta la produzione culturale.
Dalla letteratura al teatro, dai fumetti alla musica. E ancora: videogiochi, cinema, radio, televisione, giornali, riviste, serie televisive, persino cartoni animati. Da un capitolo all’altro, si passano al setaccio le opere della pop art firmate James Rosenquist e Andy Warhol fino ad arrivare alle sculture fatte con “creta radioattiva” di Tony Price e alle bombe “lanciate” per strada dal celeberrimo street artist Banksy.
La parte dedicata ai film si sofferma su capolavori come Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba di Kubrick e Il pianeta delle scimmie così come analizza i film indiani meno noti, contemplando qualsiasi lungometraggio a tema (e perfino i cortometraggi più significativi).
Lo stesso vale per il capitolo sulla musica, che passa in rassegna le parole di Bob Dylan, di Crosby, Stills & Nash, dei Jefferson Airplane e degli U2, tra gli altri, per poi passare agli artisti più di nicchia, i meno noti. Insomma: tutti. Il saggio analizza anche come un certo genere musicale si riveli indissolubilmente legato alla guerra nucleare: l’heavy metal.
Questo sorprendente (e inquietante) testo di Camilla Sernagiotto ripercorre l’era atomica attraverso le tantissime opere della cultura pop che ne sono state influenzate, raccogliendo devastazioni e orrori descritti da registi, romanzieri, drammaturghi, poeti, musicisti, pittori, scultori, fotografi e fumettisti.
Molti dei diretti interessati (gli artisti ancora viventi oppure i loro eredi) sono stati interpellati direttamente dalla giornalista e saggista. Le parole dei protagonisti dell’era atomica messa su pagina, piccolo/grande schermo o tela offrono una visione inedita della bomba, impreziosendo ancora di più un testo che racconta le tante declinazioni dell’apocalisse descritte dagli autori della cultura del Novecento e del Nuovo Millennio. Non mancano all’appello gli interventi e i contributi di tanti esperti: giornalisti di musica, cinema e televisione, critici e storici d’arte, antropologi… Da Massimo Cotto a Mattia Carzaniga, da Paolo Nizza di Sky TG24 a Pierfrancesco Pacoda, da Federico Cella del Corriere della Sera a Stefano Priolo di Wired fino a Renato Tortarolo del Secolo XIX, l’autrice ha voluto interpellare le più importanti voci del nostro Paese per restituire una visione ancora più approfondita.
In più La trappola atomica. Come la bomba ha contaminato la cultura pop illustra per la prima volta in un volume la suggestiva teoria di Camilla Sernagiotto secondo cui la serie televisiva Twin Peaks di David Lynch sarebbe una metafora del Progetto Manhattan, il programma militare statunitense per l’ideazione e la produzione dei primi ordigni nucleari. Dallo sceriffo di Twin Peaks Harry S. Truman (il cui nome ricalca perfettamente quello del trentatreesimo presidente degli Stati Uniti d’America che fra il 6 e il 9 agosto 1945 ordinò di fare esplodere la prima bomba atomica su Hiroshima e la seconda su Nagasaki) alla cugina di Laura Palmer, Maddy Ferguson (il cui cognome è quello del co-pilota del bombardiere Bockscar che il 9 agosto 1945 sganciò la bomba atomica su Nagasaki), le coincidenze tra i personaggi della serie televisiva di Lynch e gli scienziati e militari collegati alla bomba sono impressionanti. La stessa Laura Palmer ricorda “Ray Palmer, personaggio dei fumetti della DC Comics nato negli anni Sessanta che si trasforma nel Supereroe Atomo. Quando Ray Palmer non veste i super-panni, è un professore di fisica della Ivy University di Ivy Town (cittadina fittizia del New England) ed è specializzato in compressione della materia”, si legge ne La trappola atomica.
«Solo la cultura è in grado di farci vedere a distanza ravvicinata le immagini di ciò che le bombe chiamate Little Boy e Fat Man hanno fatto a Hiroshima e Nagasaki e impedirci di cancellarle dalla memoria, ricordandoci che micidiale tasto per l’autodistruzione abbiamo in mano». Questo è il motivo per cui Camilla Sernagiotto – giornalista, filologia medievale, autrice televisiva e scrittrice – si è dedicata a questo nuovo testo, che arriva a pochi mesi dal fortunato La maledizione del Dakota. Rosemary’s Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri (Arcana, 2022), il saggio di Sernagiotto uscito l’estate scorsa che racconta risvolti oscuri e inquietanti legati al Dakota Building, l’edificio newyorkese davanti a cui è stato ucciso John Lennon. Dal cinema alla musica, tra quelle mura sono accadute tante cose strane, analizzate e collegate per la prima volta dalla giornalista del Corriere della Sera e di Sky TG24. E a cinque mesi dall’uscita de La maledizione del Dakota di Camilla Sernagiotto, coincidenza ha voluto che Yoko Ono (la vedova di Lennon) abbia abbandonato il Dakota, in cui viveva da oltre mezzo secolo.