La magnifica porta. Un paese chiamato Afghanistan: il libro di Duilio Giammaria
Nuovo appuntamento con Libri al MAXXI. Mercoledì 18 gennaio Duilio Giammaria, giornalista e scrittore, celebre per i suoi reportage di guerra dall’Afghanistan, dall’Iraq e dalla Libia, presenta al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo il suo libro La magnifica porta. Un paese chiamato Afghanistan, un sorprendente viaggio attraverso colori e paesaggi incantevoli, alla scoperta di misteriosi intrecci senza tempo.
L’incontro sarà introdotto da Alessandro Giuli, Presidente della Fondazione MAXXI. Interverrà con l’autore Maite Carpio Bulgari, giornalista, regista e produttrice. La «porta dell‘Asia centrale» non è un paese come un altro, ma un luogo in cui il tempo sembra non passare mai, sospeso in un eterno presente e in uno spazio assoluto, teatro di conflitti millenari.
«Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo» recita un antico proverbio pashtun, cifra di un passato millenario che in Afghanistan sembra riproporsi sempre uguale, in un eterno presente che nasconde «delizie di invincibile incanto e orrori che lasciano senza fiato». In questa terra misteriosa epoche e influenze culturali si sono sovrapposte, fuse e intrecciate, fino ad arrivare all’Afghanistan attuale, dove ogni cosa convive con il suo contrario.
Duilio Giammaria, giornalista di lungo corso, svela i segreti di questa magica e controversa terra d’avventure, che ha esplorato in oltre vent’anni di viaggi. Con il rigore dello studioso scrupoloso e il coraggio appassionato del reporter, esplora deserti sterminati e valli dalla bellezza struggente, raggiunge impervie vette montuose, consulta libri e mappe inebriato dal dolce sentore di cedro emanato dagli scaffali della biblioteca della Delegazione archeologica francese, imbocca strade insidiose a bordo di una jeep in compagnia di mujaheddin tagiki.
E in ogni «missione», tutte le volte che entra in contatto con questo popolo insieme pacifico e feroce, solleva uno degli infiniti strati che rendono tanto complessa questa nazione, andando alla radice della sua ricchezza antropologica. Dall’imperatore Babur ad Alessandro Magno, dalle orde di Gengis Khan ai
caravanserragli lungo la Via della seta, da tessuti e pietre preziose a moschetti decorati e kalashnikov, dai campi coltivati a papavero da oppio ai frutteti di albicocchi e peschi, tutto concorre a spiegare l’essenza di questo paese di guerrieri indomabili.
Un percorso affascinante e tortuoso in uno spazio assoluto fatto di persone, politica, religione, usi e costumi locali e di una miriade di conflitti che si trascinano dall’antichità ai giorni nostri, condannando l’Afghanistan a rivivere un dramma senza fine.