Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 10:11
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cultura

Jorit a TPI: “Ho dipinto il sorriso di Luana perché si lavori per vivere, e non per morire” | VIDEO

Jorit: “Ho dipinto il sorriso di Luana perché si lavori per vivere, non per morire” | VIDEO

Jorit ha 30 anni ed un sorriso vivace, sotto l’occhio destro due cicatrici simbolo dell’appartenenza alla “Human Tribe” di cui fanno parte i personaggi che ha dipinto sulle pareti dei palazzi di tutto il mondo, da Nelson Mandela a Martin Luther King, da Ernesto Che Guevara a Jurij Gagarin, da Valerio Verbano, il 19enne ucciso da un gruppo di matrice neofascista a febbraio del 1980 nel quartiere Tufello di Roma a Luana D’Orazio, l’operaia di 22 anni morta il 3 maggio scorso nella fabbrica in provincia di Prato in cui lavorava, risucchiata da una macchina tessile.

Il “filo rosso” che collega i protagonisti dei suoi murales giganti è “la lotta per l’emancipazione dell’umanità”, dice Jorit a TPI a margine dell’inaugurazione dell’opera dedicata all’attivista ed ex parlamentare irlandese morto in carcere nel 1981 dopo uno sciopero della fame, Bobby Sands, su una delle pareti della palestra che porta il nome di Valerio Verbano al Tufello. “Io credo che in questo momento di crisi bisogna immaginare un mondo più umano in cui le persone vengano trattate come fini e non come mezzi”, afferma.

Come Luana D’Orazio. “Se la notizia è uscita è per il suo sorriso – continua Jorit – ma in Italia muoiono sul posto di lavoro tre persone al giorno, mille all’anno: se ne dovrebbe parlare di più”. E spera che il murales che raffigura il volto della 22enne allestito all’ex Snia, nel quartiere Pigneto di Roma, possa “far ragionare su questa strage”. Perché “si lavora per vivere, e non per morire”.

Leggi anche: 1. Anche Napoli si inginocchia per George Floyd: il murale di Jorit 2. Sulla barriera che divide Israele e Cisgiordania è comparso un murales per Ahed Tamimi, la ragazza simbolo della resistenza palestinese 3. Napoli, la figlia di Che Guevara in visita al murale che ritrae suo padre 4. Oste di Montemurlo, incidente sul lavoro: 22enne muore risucchiata in un rullo. Luana aveva un figlio piccolo
Ti potrebbe interessare
Cultura / Il 2025 tra palco fede e realtà: tutti gli appuntamenti culturali da non perdere
Cultura / Studio Ocse: un italiano su 3 è analfabeta funzionale
Cultura / Un libro di corsa: Volare o cadere
Ti potrebbe interessare
Cultura / Il 2025 tra palco fede e realtà: tutti gli appuntamenti culturali da non perdere
Cultura / Studio Ocse: un italiano su 3 è analfabeta funzionale
Cultura / Un libro di corsa: Volare o cadere
Cultura / Lettera a TPI: la mia lettura di “Conversazioni sul futuro”
Cultura / Arte in Nuvola, torna a Roma l’arte moderna internazionale
Cultura / Fair Play Menerini: svelati i partecipanti al talk show i campioni si raccontano
Cultura / Un libro di corsa: Elizabeth
Cultura / Un libro di corsa: L’ultimo omicidio alla fine del mondo
Cultura / Ecco “Rafael. Una vita speciale”, la nuova serie podcast di Lorenzo Giroffi
Cultura / L’attore e cantante Andrea Bruschi a TPI: “Dalla musica al cinema: raccontare storie per me è una necessità”