Il rapporto rivela: “I giornalisti italiani sono i più schierati a sinistra in Europa”
L'analisi del Worlds of Journalism Study della Columbia University Press
Il rapporto: “I giornalisti italiani sono i più schierati a sinistra in Europa”
“I giornalisti italiani sono i più schierati a sinistra in Europa”. È questo uno dei risultati dell’ultimo rapporto Worlds of Journalism Study della Columbia University Press, stampa universitaria affiliata alla Columbia University, una ricerca basata su sondaggi demoscopici condotti su oltre 27.500 cronisti di 67 paesi. A parlarne è oggi il quotidiano Il Giornale in un articolo a firma di Paolo Bracalini.
Dal rapporto emerge che “in media la posizione dei giornalisti è collocata saldamente nello spazio ideologico del centrosinistra, in paesi come Spagna, Svezia e specialmente l’Italia i giornalisti sono ancora più spostati a sinistra”. Nel nostro Paese dunque i giornalisti sarebbero quelli più schierati a sinistra rispetto agli altri colleghi in Europa.
I giornalisti italiani più a sinistra dei colleghi in Spagna e Svezia
Con la ricerca è stata messa a punto un tabella con una scala da 0 a 10, da sinistra a destra, con un colore diverso in base al diverso orientamento politico dei giornalisti. Ebbene, secondo il rapporto la stampa italiana si trova nella zona evidenziata con il rosso scuso, l’area dell’estrema sinistra. L’Italia è l’unico paese nel continente che viene indicato con il colore rosso scuro, più a sinistra di paesi come Spagna e Svezia. Non mancano tuttavia le zone con le diverse tonalità di azzurro o blu, o indicate in bianco, che rappresentano la stampa più moderata o conservatrice. Al centro, destra o centrodestra ci sarebbero Regno Unito, Austria, Ungheria e Repubblica Ceca.
Il Giornale riporta anche il parere di un accademico, Luigi Curini, professore di Scienza Politica all’Università degli Studi di Milano, espresso in un articolo pubblicato dall’Iref, Institute for Research in Economic and Fiscal Issues, un istituto di ricerca con sede a Parigi. Il docente parla di connessione tra partigianeria politica della stampa e scarsa fiducia dei cittadini verso i giornalisti.
I due fenomeni sarebbero strettamente collegati tra loro: “Prendiamo come esempio un paese in cui la maggioranza dei cittadini ha opinioni politiche moderate. E supponiamo che la maggioranza dei giornalisti sia di sinistra, e che una parte dei media invece di riportare le notizie in modo equilibrato (o anche attraverso post sui social network o partecipando a talk show) esprima senza mezzi termini il proprio orientamento politico e non sia quindi percepito come un arbitro neutrale. Ebbene, prima o poi la maggior parte dei cittadini di questo paese inizierà a mettere in dubbio la credibilità dei media”.