Il direttore degli Uffizi Eike Schmidt a TPI: “Ora è giusto chiudere i musei”
Alla vigilia del nuovo Dpcm arrivano le conferme sulle nuove chiusure: anche i musei verranno chiusi per l’emergenza Coronavirus. Lo ha anticipato ieri sera il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, a ‘Che tempo fa’ di Fabio Fazio su Rai3, e la notizia è stata confermata anche dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il suo discorso in Aula alla Camera, oggi, lunedì 2 novembre. E così, dopo i teatri e i cinema anche l’ultimo luogo della cultura rimasto aperto è destinato a chiudere i battenti. Ne abbiamo parlato con il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt.
Direttore Schmidt, come commenta la decisione della chiusura dei musei annunciata dal ministro Franceschini?
“Noi agli Uffizi siamo pronti a entrambe le soluzioni. Siamo pronti sia a rimanere aperti che a chiudere in qualsiasi momento. E il nostro dipartimento delle Risorse Umane ha già pronte le carte per mandare in lavoro agile tutti i nostri dipendenti. Aspettiamo quindi che ci arrivi la comunicazione ufficiale dal Ministero centrale a Roma. Intanto, però, siamo anche pronti a tenere il museo aperto finché la norma a livello nazionale lo prevede”.
Cosa pensa delle polemiche che hanno seguito la decisione del governo di chiudere cinema e teatri considerati entrambi luoghi che non avevano dato evidenze di essere centri di diffusione del contagio di Covid? Sono luoghi sicuri come i musei dove gli ingressi sono contingentati e i controlli molto rigidi..
“Da quanto si apprende la decisione sia per quanto riguarda teatri e cinema, e ora anche per i musei, non si riferisce a quanto avviene in questi luoghi, ma piuttosto all’attrattiva che costituisce per la gente come ragione per uscire di casa. È questa la ratio a quanto ho capito io. Le misure già attuate e quelle prospettate quindi non hanno niente a che vedere con il fatto che né nei teatri e né nei musei abbiano visto assembramenti di qualsiasi tipo”.
Certo, perché la situazione nei musei è sotto controllo sotto questo aspetto
“Ampiamente, alle Gallerie degli Uffizi infatti non abbiamo avuto assembramenti negli ultimi mesi tantomeno in quest’ultimo periodo. Ma la misura non è da interpretare come una chiusura dell’offerta culturale concreta ma piuttosto sarebbe togliere l’attrattiva che fa uscire le persone da casa. Nell’ambito di una considerazione di questo genere chiaramente seguiremo le indicazioni del Ministero della Salute e della presidenza del Consiglio”.
E perché secondo lei sono stati chiusi prima i teatri e i cinema e soltanto adesso i musei?
“Non facendo parte del gruppo di consultazione e non essendo la mia professione non lo so e non lo posso sapere”.
Quando sono stati riaperti i musei dopo i 3 mesi di lockdown c’è stato un incremento di visitatori?
“Agli Uffizi abbiamo visto una grande crescita dei visitatori tra luglio ed agosto con una piccola flessione a settembre. Abbiamo notato un calo dei visitatori in reazione agli ultimi numeri dei contagi crescenti comunicati dai media e questo direi che è una buona cosa perché significa che la gente reagisce sulla base delle informazioni che legge e ascolta ed è responsabile”.
Direttore, il museo che è pronto all’eventuale chiusura come si riorganizzerà? Organizzerete visite virtuali? Come gestirete la fase di eventuale lockdown?
“Sì, abbiamo organizzato le visite virtuali. Abbiamo una presenza molto solida sui social media associata all’ampia offerta digitale sul nostro sito web. E le persone hanno continuato ad approfittare delle nostra offerta digitale anche dopo la riapertura. Abbiamo continuato ad arricchire di nuovi contenuti le nostre piattaforme digitali anche in tutti questi ultimi mesi e così faremo anche adesso. Abbiamo già pronto un programma per i prossimi mesi per questo e sicuramente per noi è fondamentale rimanere presenti a distanza, di continuare ad avere una comunicazione a distanza per non perdere il contatto con il pubblico anche nei momenti in cui il pubblico non è presente fisicamente”.
Saranno gratuite queste visite virtuali?
“Sì, sono tutte gratuite”.
E i dipendenti del museo degli Uffizi? Lavoreranno comunque? Diceva che riuscirà a a garantire il lavoro agile a tutti i dipendenti nonostante la chiusura
“Indubbiamente, c’è moltissimo da fare. Ma così come è avvenuto anche nei tre mesi di chiusura precedenti. Chi normalmente si occupa di depositi, per esempio, potrà essere impiegato nella trascrizione di inventari e di vari atti che vanno digitalizzati. Abbiamo fatto un grande salto avanti nella digitalizzazione non soltanto per quanto riguarda la comunicazione con il pubblico ma con tutti i nostri dati che ci servono. C’è molto da fare qui. Per noi sarà utile continuare con alcuni progetti che abbiamo interrotto o rallentato quando abbiamo riaperto a giugno”.
E quale sarà l’impatto economico della chiusura sul museo? Di che perdite parliamo?
“L’impatto economico sarebbe di poco più di un milione di euro al mese per cui per i prossimi quattro mesi che sono comunque di bassa stagione si potrebbe ipotizzare un impatto tra i quattro e i cinque milioni di euro”.