Picasso, Monet, Cézanne: i capolavori rubati dai nazisti per la prima volta in mostra
Furono ritrovati nel 2013 a Monaco nella casa di un uomo chiamato "il ladro d'arte di Hitler", insieme a quadri di altri grandi artisti. Verranno esposti in due mostre a Berna e Bonn
La soffiata, diffusa da un magazine tedesco, di un ottantenne che teneva nascoste in un appartamento a Monaco centinaia di opere d’arte dal valore complessivo di oltre un miliardo di euro, collezionate dal padre durante il periodo nazista, stupì il mondo.
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Questa settimana, quattro anni dopo la scoperta della collezione ereditata da questo signore tedesco, Cornelius Gurlitt, il pubblico potrà per la prima volta vedere 450 delle 1.500 opere in due esposizioni: una al Kunstmuseum di Berna, in Svizzera, e l’altra al museo Bundeskunsthalle a Bonn, in Germania. Entrambe le mostre si concluderanno nel marzo del 2018.
La maggior parte delle opere fu acquistata dal padre del signor Gurlitt, Hildebrand Gurlitt, un mercante d’arte che iniziò a lavorare per i nazisti nel 1938, soprannominato il “ladro d’arte di Hitler”. Le opere furono ritrovate nel 2013 durante un normale controllo di routine della polizia finanziaria.
Le due mostre intitolate “Gurlitt Status Report”, l’inventario di Gurlitt, permetteranno al pubblico di vedere per la prima volta opere di Claude Monet, Paul Cézanne, Otto Dix, Ernst Ludwig Kirchner, Gustave Courbet, Chagall, Matisse, Renoir, Picasso, Klee, Delacroix, Rodin e molti altri.
Gurlitt morì qualche mese dopo il ritrovamento del suo tesoro, lasciando la collezione al Kunstmuseum di Berna.
L’esposizione di Berna, “Arte degenerata, confiscata e venduta”, si concentrerà sulle opere confiscate a partire dal 1938, prevalentemente pezzi modernisti, definiti dai nazisti arte “degenerata”, perché considerata di gusto non tedesco.
La mostra di Bonn, dal titolo “Gurlitt, status report: i furti d’autore dei nazisti e le loro conseguenze”, includerà le opere rubate dai nazisti in seguito alle persecuzioni razziali.
I direttori dei musei d’arte Rein Wolfs e Nina Zimmer, rispettivamente di Bonn e Berna, hanno sottolineato che lo scopo delle mostre è quello di “rendere omaggio alle persone vittime dei ladri d’arte durante il nazionalsocialimo, così come agli artisti diffamati e perseguitati dal regime, che definiva il loro lavoro arte degenerata”.