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Da Roma a New York: il “Callas Tribute Prize” è un omaggio alle donne e all’Italia

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Il “Callas Tribute Prize New York” è stato presentato alla Camera dei Deputati in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Tre giorni dopo, il 28 novembre scorso, la stessa premiazione si è svolta a New York presso l’Istituto Italiano di Cultura.

Il premio è alla sua seconda edizione ed è stato ideato dal produttore romano Dante Mariti per onorare la cantante lirica Maria Callas. “Una donna riconosciuta non solo per il suo talento, ma anche per la sua forza e la sua determinazione”, ha detto la giornalista Vittoriana Abate, presentatrice della serata. Il premio è infatti dedicato a donne e uomini che si sono contraddistinti nel valorizzare la cultura italiana attraverso la musica, il teatro e l’arte e nel loro impegno contro la violenza sulle donne. Tra i volti premiati quest’anno, l’attrice e artista Claudia Gerini e la soprano Katia Ricciarelli.

La coincidenza dell’evento svoltosi a New York con il giorno del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini ha indotto gli organizzatori a ricordare anche la grandissima amicizia che legava la Divina Maria Callas al regista e giornalista. L’attrice Antonella Salvucci ha dunque letto davanti al numeroso pubblico in sala delle lettere scambiate tra i due per onorare il loro legame. Il “Callas Tribute Prize New York” è proseguito tra le esibizioni liriche delle soprano premiate, tra cui Rosa Feola, Carmen Giannattasio, Francesca Maresca e Mariagrazia De Luca. Queste tematiche si sono intrecciate a quella delle donne vittime di violenza, la quale ha avuto un ruolo centrale nel corso della presentazione.

Durante la serata è stata ricordata la morte di Mahsa Amini e la violenza subita dalle donne iraniane sulle note di “The Sound of Silence” del gruppo Disturbed. La canzone è stata interpretata da Dan, giovane romana, anch’essa vincitrice del riconoscimento dedicato alla Callas. La cantante è stata premiata da Angela Valentino, un’altra artista ed eccellenza italiana emigrata a New York dove lavora come make-up artist per compagnie famose internazionalmente.

Tra i vincitori del premio anche l’avvocato penalista Michele Sarno, il quale ha ricevuto il “Callas Tribute Prize New York” per essersi contraddistinto nel 2022 per l’impegno profuso in difesa dei diritti delle donne. Con l’occasione, Sarno ha annunciato la nascita della nonprofit Lotto Per Te, un’associazione contro la violenza sulle donne in cui la componente maschile è, secondo il penalista, determinante. “Lotto Per Te è il sinonimo di tutto quello che un uomo deve fare per testimoniare attivamente il suo senso di rispetto nei confronti delle donne”, ha spiegato l’avvocato, “Fino a quando le donne parlano delle donne sembra quasi una battaglia di genere. Quando invece un uomo si fa portabandiera di questo valore non è più una battaglia di genere, ma del genere umano, per evitare che la violazione dei diritti venga perpetrata”.

Un pensiero che è condiviso da Claudia Gerini, anche lei volata a New York per ricevere il prestigioso riconoscimento per la sua carriera e il suo impegno a favore delle donne. L’attrice è ambasciatrice della recente campagna lanciata da ActionAid #FreeNotFreezed, tradotto in ‘Libera Ma Non Congelata’.

La campagna è stata lanciata il 15 novembre in Piazza di Pietra a Roma, dove è stata svelata una statua di ghiaccio volta a rappresentare lo stato di congelamento in cui vivono le donne vittima di violenza, le quali non ricevono abbastanza aiuti e protezione dallo Stato affinché possano sentirsi davvero libere di riprendere in mano la loro vita.

Gerini ha commentato con TPI il lancio, dicendo: “Abbiamo fatto questa campagna proprio per dare sostegno a chi esce da situazioni di violenza. Ogni volta cerchiamo di gridare a gran voce verso le istituzioni e di far ascoltare le esigenze per l’affermazione della libertà di queste donne. E non bisogna smettere mai: è una missione per educare il genere umano, uomini e donne, al rispetto e alla non violenza. Questa non è una battaglia di genere, ma una battaglia di tutti”.

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