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Home » Cultura

Bologna, “un porto senza mare”: ecco come la città emiliana riflette sull’integrazione

Immagine di copertina
GloBologna, dal mondo alle Due Torri

"Perché geopolitica non è solo rapporti di forza, conflitti, influenza, massimi sistemi. È pure penetrazione culturale. Conoscenza reciproca. Mappare un territorio e la sua gente" il presidente di Geopolis a TPI

Dopo l’apertura della prima biblioteca in lingua araba in Italia il 3 aprile scorso, Bologna si distingue ancora una volta per la sua attenzione alla cultura dell’integrazione e all’apertura nei confronti del diverso. Oggi, 18 aprile 2019, parte l’iniziativa “GloBologna – dal mondo alle Due Torri”, che prevede una serie di incontri, dibattiti ma anche proiezioni e buffet dedicati a Marocco, Cina e Tunisia.

Organizzata dall’associazione culturale Geopolis in collaborazione con il Comune di Bologna, l’iniziativa si pone l’obiettivo di creare uno spazio di condivisione fra “vecchi e nuovi bolognesi”, come spiega il presidente dell’associazione Federico Petroni.

Geopolis: racconti fra vecchi e nuovi bolognesi

Intervistato da TPI, Federico Petroni espone così il suo progetto: “L’obiettivo fondamentale è quello di conoscere e conoscersi“. Sono queste, infatti, le tappe fondamentali nel lungo ma possibile percorso dell’integrazione. In una città relativamente piccola come Bologna (400 mila abitanti circa, di cui quasi 60 mila immigrati) ma non sempre aperta al diverso, è importante creare delle occasioni di dialogo e condivisione.

Ai diversi eventi prenderanno parte giornalisti, esperti di geopolitica, sociologi, ma anche ex immigrati che racconteranno le loro storie e i loro percorsi di integrazione in terra emiliana.

“Perché geopolitica non è solo rapporti di forza, conflitti, influenza, massimi sistemi. È pure penetrazione culturale. Conoscenza reciproca. Mappare un territorio e la sua gente”, scrive sulla sua pagina Facebook Federico Petroni, che oggi lavora per il noto giornale di geopolitica Limes.

bologna geopolis integrazione
Federico Petroni, presidente di Geopolis, pagina Facebook

Perché proprio Marocco, Cina e Tunisia? Perché, spiega sempre l’intervistato, queste sono le comunità fra le più presenti sotto la Garisenda e dintorni.

I migranti che imparano ad amare il mare dopo essere quasi morti nel Mediterraneo

Stasera, il protagonista sarà il Marocco, con interviste, brevi conferenze ma soprattutto storie di vita e un ricco buffet conclusivo, (perché, si sa, la cultura passa anche attraverso il cibo). Fra i partecipanti, ci sarà anche il giornalista Brahim Maarad, che oggi lavora per Agi. “È lui che” testimonia Petroni, “mi ha detto la cosa più bella, un giorno in cui mi confidò: ‘Federico, l’elemento decisivo per integrarmi in Italia è stato la Romagna’”. Ciò significa, secondo il presidente di Geopolis, che questa terra è viva, fertile in tutti i sensi.

Nata nel 2013 con il sostegno di Limes, Geopolis si è da sempre posta l’obiettivo di “usare le competenze fornite dalla geopolitica per sfatare falsi miti e abbattere i pregiudizi in città come Bologna che anche senza mare è un vero e proprio porto dell’accoglienza”.

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Dopo il Marocco stasera, i prossimi appuntamenti saranno il 16 maggio con la Cina e il 13 giungo con la Tunisia, sempre a partire dalle 18,30 presso il centro interculturale Zonarelli.

 

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