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Bologna 2024: non solo Arte Fiera. Quali altre mostre vedere?

Immagine di copertina

Dopo il nuovo record di affluenza di pubblico a quella che è la madre delle fiere di arte di tutta Italia, a Bologna sono molte le mostre da visitare per chi è appassionato e curioso. 

Pertanto vediamo cosa vale la pena di andare a vedere: 

La mostra personale di Mimmo Paladino al palazzo Boncompagni dal titolo “ Nel Palazzo del Papa” a cura di Silvia Evangelisti visibile fino al 9 giugno 2024. 

La mostra rappresenta una bella sfida per un artista abituato ai grandi spazi aperti dove inserisce le sue sculture cercando un rapporto tra l’architettura, il territorio e l’arte.  

Classe 1949, è stato uno dei cinque artisti che hanno avuto un successo a livello internazionale grazie al movimento della “Transavanguardia” creato ed organizzato da Achille Bonito Oliva nel 1981. 

 Insieme ai suoi colleghi Chia, Cucchi, Clemente e De Maria riportarono il figurativo all’attenzione del pubblico creando non poche spaccature e discussioni nel settore.   

Lui è un artista poliedrico visto che oltre ad essere un pittore, un incisore, un fotografo ed uno scultore, sconfina anche nel cinema, nella musica e organizza performance anche con registi e con musicisti di enorme spessore.  

La mostra ci propone le sue opere tra sculture e pitture e un video degli ultimi venti anni.  

Certamente, come dicevo prima, abituato a vedere le sue grandi sculture in spazi aperti e nelle piazze sono rimasto veramente stupito di trovarmi nella sala delle udienze di papa Gregorio XIII con la sua grande installazione dei tredici cavalli neri che sembrano soffrire di claustrofobia viste le limitate dimensioni della stanza. Tra l’altro ricordo che il nero per Paladino è il simbolo dell’energia e pertanto non ha un valore negativo. Questi cavalli li avevo visti al Baglio di Stefano a Gibellina nella “Montagna di Sale” un’istallazione questa che si ricorda facilmente e che impressiona la vista per la sua bellezza. 

 Nel cortile coperto troverete anche i Guerrieri in bronzo (2005), i sette personaggi-ideogrammi di Respiro del 1995. Alla fine del cortile vi aspetterà un grande Elmo di bronzo ( 1998) con i misteriosi segni ed idiomi sconosciuti. 

Nelle belle ma piccole sale interne potrete ammirare i suoi dipinti e tra questi le sei madonne nere una delle quali in mosaico è posta anche a Roma all’angolo destro esterno di palazzo Sforza Cesarini.  

Sergio Lombardo 1960-70 Villa delle Rose a cura di Anna Mecugni fino al 24 marzo 2024 salvo proroghe. 

Un’altra mostra da non perdere del grande artista collocata in un posto veramente delizioso.  

La mostra consiste in una cinquantina di opere del grande sperimentatore artistico il cui lavoro dagli anni cinquanta in poi ha rappresentato un rinnovamento del linguaggio artistico internazionale. 

Qui troverete sia i suoi lavori pittorici e sia la sua ricerca concettuale tipica dal 1965 in poi, in cui attivava delle strategie che stimolassero il pubblico alla partecipazione. Sono presenti anche un gruppo di collage, oggetti e installazioni, per la prima volta insieme, che fanno parte di quattro serie di ricerca e che sono: Superquadri, Supercomponibili, Punti extra e Sfere con sirena. 

Troverete opere provocatorie e anche pericolose o presunte tali. 

Ma uscirete da quella location rasserenati e sereni.  

Del resto Sergio Lombardo (1939) era anche uno psicologo. 

Anche il panorama che offre la vista dal museo collocato sulla collinetta che domina il centro storico è ameno. 

Ludovica Carbotta (1982) “Very well, on My Own” al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna a cura di Lorenzo Balbi e di Sabrina Samori’ fino al 5 maggio 2024. 

Una mostra questa che ci parla dell’individuo e del suo rapporto con lo spazio pubblico cittadino.  

Ne derivano pericoli, ansie, angosce. Il titolo è quasi un urlo per un ritorno al rispetto della propria privacy ogni giorno violentata da mille ingerenze a livello mondiale. Nel suo lavoro lei scompare dai video e sperimenta queste esperienze di persona. La sua denuncia è un monito per tutti contro la eccessiva esposizione mediatica. Lavora con video, pittura e oggetti. Molto interessante la proiezione in anteprima di “Monowe” (2016) che ci mostra un agglomerato urbano fittizio dove vive una sola persona e senza alcuna presenza di comunità. 

Mary Ellen Bartley “Morandi’s Books” al MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna fino al 7 luglio 2024. 

Una mostra curiosa nasce dall’esperienza che ha vissuto questa artista americana facendo una residenza a Bologna nel 2022, dopo aver visitato la casa e lo studio di Giorgio Morandi. Successivamente all’aver visionato i libri appartenuti al celebre artista, lei ne ha creato dei set e ne ha fatto delle fotografie, ricomponendo cosi i lavori del Maestro. Ciò è stato possibile rispettando elementi come la luce, la geometria ed i colori che caratterizzavano quelli di Morandi. Da anni infatti il Museo omonimo che si trova anch’esso provvisoriamente al MAMbo, ha deciso di creare un dialogo tra le opere del Maestro e quelle degli artisti contemporanei al fine di influenzare in qualche modo questi ultimi specialmente nel campo internazionale. 

Artista Canemorto “ The Painting Race” a cura di Antonio Grulli fino al 24 marzo 2024 salvo proroga. 

 Questa mostra rappresenta una vera provocazione artistica. 

 In un appartamento elegante e vuoto di Palazzo Vizzani è stata allestita una pista a 6 corsie che gira in tutto l’appartamento e dove sono collocate le opere dell’artista sui corpi motorizzati delle macchinette da corsa in scala 1/10 rispetto a quelle vere. Su ogni automobile telecomandata è collocata una tela bifacciale di Canemorto, un giovane street artist attivo dal 2007, con sei temi e tra questi il ritratto, il paesaggio, la natura morta, il post-espressionismo, il realismo magico e il neo-astrattismo. Un’idea questa che fa pensare al futurismo ed è dedicata dal curatore all’artista Salvatore Scarpitta che inventò delle auto sculture con le quali gareggiava nei circuiti veri. 

Enorme successo di pubblico e file oceaniche. 


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