“Bambi”, nel libro di Emiliano Reali una storia di consapevolezza e trasformazione
“Bambi è mistero, illegalità, rischio, violenza, paura, trasgressione. Bambi è dipendenza. Lei è Giacomo (…) Bambi è sempre stata dentro di lui”. Sono queste le parole che Luana, fidanzata di Giacomo dai tempi dell’adolescenza, usa per raccontare a un ascoltatore attonito cosa sia – o meglio, chi sia – Bambi, il personaggio che dà il titolo al romanzo di Emiliano Reali pubblicato da Avagliano Editore (“Bambi. Storia di una metamorfosi”). Ma Bambi, che va in scena ogni giovedì sera, quando vende il suo corpo tra “i fari che illuminano Caracalla come luci della ribalta”, diventa anche molto altro: forza, orgoglio, vendetta, cambiamento, consapevolezza. È il meglio e il peggio di ciascuno di noi. È la protagonista di una storia che, se all’inizio sembra muoversi all’interno di un triangolo “anomalo”: Giacomo, Luana, Marco, poi si diluisce nelle vite di una serie di personaggi, che ruotano intorno a ciascuno di loro tre.
Il perno resta Giacomo/Bambi e la sua lotta quotidiana, all’inizio contro sé stessa, poi contro i pregiudizi degli altri, e da ultimo contro il suo passato, per recuperare il quale avrà bisogno di abbandonare tutto e ritrovarsi, grazie anche all’aiuto di una misteriosa e provvidenziale “Miss Myra”. Al fianco di Bambi ci sono altre figure pittoresche e realistiche: Desideria, che vuole difendere l’attività di ristorazione del padre defunto e usa tutte le sue armi per riuscirci, Lamù che dalla strada cerca il riscatto del successo, e Lucy, che impara ad amare e, soprattutto, a essere amata.
La prosa di Reali a mio parere riesce benissimo a mettere a fuoco la prima parte (“Bruco”) con un surreale eppure realistico capovolgimento alla fine dell’antefatto, quando Luana smette i panni della fidanzata tradita e diventa complice, mentre Marco diventa il nuovo burattino nelle mani di Bambi. Nelle due parti successive (“Crisalide” e ancora di più “Farfalla”) la scrittura si fa più intimistica ed evanescente, con paragrafi in cui l’azione viene rimpiazzata da elementi sensoriali e descrittivi. Le pagine descrivono con rocamboleschi e tragicomici sviluppi la trasformazione di Bambi, che ormai il lettore sa essere inevitabile, ma che non per questo manca di colpi di scena. Finché il giovane e traballante cerbiatto, diventa un cervo – anzi una cerva – maestosa e folgorante. Per dirla con le parole dell’autore, il “senso più profondo di questo libro” è “perseguire la propria essenza, anche se feriti e sanguinanti, non permettendo all’ignoranza e al pregiudizio di chiuderci in delle gabbie”. Bambi, alla fine, ci riesce. E non poteva essere altrimenti.