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Antonio Presti a Tpi: ” Il nuovo Atelier sul mare, non solo un museo albergo ma un luogo dove si educhi alla bellezza”

Immagine di copertina
Credits Claudio Riccardi

Mancavo da questo hotel dell’arte dall’agosto 2020.

All’epoca eravamo in piena pandemia e gli incontri con Antonio avvenivano indossando la mascherina che lui invece da contestatore non si metteva. Ma non era un no vax. Alla domanda del perché non la indossasse rispondeva che voleva essere libero e che comunque rispettava chi si faceva il vaccino.

È senza dubbio un personaggio carismatico, da tanto tempo una luce nella lotta contro la mafia e per la legalità. Del resto il suo albergo negli anni ’90 ha subito più di un attacco incendiario da parte dei mafiosi visto che si rifiutava di pagare il pizzo. Delle bombe ormai non c’è più traccia nelle ricerche su Google e questo lascia l’amaro in bocca.

Per chi non lo conosce, Antonio, che è figlio di un costruttore edile, negli anni ’80, alla morte di suo padre, commissionò una grande scultura a Pietro Consagra, che fece collocare sotto gli altissimi piloni dell’autostrada che attraversa la costa siciliana e i monti Nebrodi. Un’opera questa alta 18 metri dal titolo “La materia poteva non esserci” realizzata in cemento armato. Da quel momento la sua passione e la sua dedizione all’arte prende il sopravvento. Altre sculture piano piano vengono alla luce. Nel 1988 vicino al Castel di Lucio si inaugura l’opera dal titolo “Una curva gettata alle spalle del tempo” di Paolo Schiavocampo. Poi il “Monumento per un poeta morto” (alias “La finestra sul Mare” di Tano Festa vede la luce nel 1989 e viene realizzata sulla spiaggia pubblica di Villa Margi, paesino del comune di Reitano). Piano piano il grande progetto coinvolge altri piccoli paesi dimenticati dal mondo. Lungo il torrente Romei in località Mistretta si realizza la “Stanza di Barca d’Oro “di Hidetoshi Nagasawa, poi in cima all’altissimo e panoramico paesino Motta D’Affermo si impone “Energia mediterranea” dell’artista Antonio Di Palma. A Castel di Lucio si inaugura il “Labirinto di Arianna” dell’artista Italo Lanfredini. Arethusa invece è il nome del lavoro di Piero Dorazio e di Graziano Marini che riveste le pareti esterne della caserma dei carabinieri di Castel di Lucio. Un’opera multicolore in ceramica.

Nel 1991 a Castel di Tusa, Antonio inaugura “l’Atelier sul Mare” ovvero un albergo fantastico dove i visitatori ed i clienti si possono immergere nelle opere degli artisti di primaria importanza che hanno realizzato le stanze. All’epoca non c’erano degli standards urbanistici e pertanto ogni camera andava vissuta emozionalmente rinunciando spesso alle comodità. Tutte le camere sono prive di tv. Alcune hanno il bagno senza divisorio. Altre, tipo quella di Fabrizio Plessi, non hanno finestre. Infatti il titolo è “Il mare negato”. Sei video che trasmettono in loop immagini del mare. Poi però se si cerca, ben mimetizzata con le pareti di legno da zattera, la finestra esiste e quando la si apre si ha l’effetto del “mare ritrovato”. Si rimane stupiti visitando le altre stanze realizzate da Maria Lai, Piero Dorazio, Maurizio Mochetti, Pepi Morgi, Paolo Icaro, Mario Ceroli etc. etc.

La più bella? A parer mio la “Stanza del Profeta- Omaggio a Pier Paolo Pasolini”. Realizzata nel 1995 richiama il paese amato dal regista ovvero lo Yemen. Coperta di fango e paglia tipici di questo paese alla camera si accede abbattendo la porta di accesso e camminando in un lungo corridoio buio con le pareti che strusciandole possono lasciare il segno sulle braccia. Il Letto invece è collocato davanti a una parete finestrata vista mare e poggia sulla sabbia di Ostia dove fu ritrovato il corpo del regista-poeta.

Tante sono le altre iniziative che seguono dal 1991 in poi. Una tra queste a Pattineo “Un chilometro di tela” dove una decina di artisti realizza il primo museo domestico. Poi come dicevo prima, le bombe, i processi, le intimidazioni alle quali Antonio ha sempre risposto con fermezza lavorando su quella coscienza popolare che sembrava sopita. Tanta solidarietà non scontata, tanto amore e tanta determinazione lo portano a superare le difficoltà fino ad ideare e a far costruire nel 2010 quello che sarà un riferimento per tutti coloro che amano l’energia positiva ovvero l’opera “38° Parallelo-Piramide” dell’artista Mauro Staccioli. Questo lavoro, alto 30 metri e realizzato con lastre in acciaio corten, svetta su una collina nel territorio di Motta d’Affermo davanti alle isole Eolie e di fronte ai resti dell’antica città di Halaesa. È un tetraedro con al suo interno delle antiche pietre ferrose posizionate a spirale ritrovate durante gli scavi e con la luce del sole che entra attraverso una fessura lungo lo spigolo occidentale.

Dal 2006, dopo decenni di aspre battaglie, finalmente viene legittimato il Parco di Fiumara d’Arte.

Dicevo quindi che Antonio Presti da poco più di un anno e a seguito di strumentali controlli dei Nas mandati dal comune di Castel di Tusa, ha deciso di riconsegnare le licenze e di chiudere il mitico Atelier sul Mare. È stanco e non ha più voglia di lottare contro la burocrazia senza cuore e senza scrupoli. Nonostante le tantissime dimostrazioni di affetto, la solidarietà e gli inviti da parte di tutto il mondo dell’arte internazionale a non chiudere questa prestigiosa e unica location di valore, il dado è tratto.

Ma mentre tutto sembrava perduto, dall’intervista con l’Eretico (così Antonio ama definirsi) possiamo capire che l’Atelier lo sta spostando in un’altra location nel comune vicino.

Antonio caro, dove trasferirai l’Atelier sul Mare?

A Villa Margi situata quasi davanti alla finestra sul mare a meno di 5 chilometri dall’attuale collocazione. Sono già quasi pronte una quarantina di comode camere che rispondono agli standards tecnici previsti dalla legge, con bagni spaziosi e anche con cucine adeguate per chi vuole farsi una vacanza in completa serenità. Dai terrazzini si vede anche qui il mare e l’opera di Tano Festa. Ci sarà anche un terreno che sarà destinato a opere di land art perché lo spirito che anima il tempo nell’arte contemporanea è il divenire. Venti camere saranno dedicate ai giovani artisti (appositamente segnalati da curatori, critici e da insegnanti delle accademie) i cui lavori dureranno tre anni per permettere ad altri di partecipare e di continuare la contemporaneità dell’arte nel tempo.

Basta pertanto con il passato che va comunque rispettato. Occorrono nuove energie e nuovi giovani artisti. Non solo un museo albergo ma un luogo dove si educhi alla bellezza. Un luogo che fa bene alla propria anima, un luogo dello stupore e della meraviglia.

Tanta è stata la tua delusione per il comportamento del comune di Castel di Tusa al quale avresti voluto donare la vecchia struttura. E ora quale sarà il destino dell’edificio amato da tanta gente che nei decenni lo ha vissuto, visitato e amato?

Non ci sono più una generazione di curatori e di storici dell’arte. Pertanto dobbiamo tutti darci da fare per educare il popolo alla bellezza. Nelle accademie non c’è più la pittura, né la scultura ma solo il digitale, il marketing e il design. Chi salvaguarderà il nostro patrimonio artistico? Senza cuore non esiste l’arte e questa non è solo mercato.

La struttura a Castel di Tusa non so ancora cosa diventerà. Forse laboratori per i giovani studenti. C’è in atto un analfabetismo del cuore e dell’anima che i ragazzi non devono sapere. Essere contemporaneo tra i contemporanei è sempre più un’esigenza alla quale occorre dare risposte. L’eretico perde l’eresia quando viene riconosciuto dal sistema al quale non appartiene.

L’eresia fino alla fine non vuole riconoscimento ma vuole il processo.

L’emergenza di oggi è la dittatura dell’ignoranza e questo pubblico sempre più ignorante va sempre più educato ad un’arte non datata e che non porti la data di nascita e di morte del suo fondatore ma in continua trasformazione ed innovazione.

Poi Antonio, con gli occhi che gli brillano, mi parla di questa sua bellissima esperienza a Librino, un quartiere malfamato di Catania, dove ha coinvolto 20.000 persone in un progetto che ha lo scopo di educare la popolazione alla legalità cercando di abituare i ragazzi anziché a chiedere, a fare.

Da quanti anni lavori per portare alla bellezza i residenti e i bambini di Librino?

Sono quindici anni che attraverso le scuole coinvolgo gli abitanti attraverso differenti progetti artistici come il museo internazionale a cielo aperto Magma. Con la porta della bellezza e quella delle farfalle, le opere di luce di Fabrizio Corneli e con il prossimo museo della fotografia che aprirò, il tutto unito alle prossime sculture monumentali di Silvia Scaringella e di Davide Dormino, continuerò a seminare arte. Nelle periferie non servono eserciti di poliziotti ma eserciti di insegnanti, di poeti, di filosofi e ci vuole soprattutto il cuore per restituire ai bambini la visione della bellezza che potranno riconquistare assistendo alla manifestazione della bellezza. Quando migliaia di persone si uniscono per costruire la porta di Babilonia mettendo il loro nome e il loro pensiero su delle formelle che compongono una installazione di ceramica lunga un chilometro e mezzo organizzata da cinquanta artisti e architetti, si sentiranno fieri e parte dell’opera epica. Librino è la risposta civile ed etica non del recupero, non dell’inclusione, non della devianza e non dell’educazione alla legalità e alla cittadinanza ma è un luogo dove esiste una comunità della bellezza di 20.000 persone su 60.000. In un posto malfamato il popolo rispetta le opere realizzate nel tempo e fino ad ora nessuno le ha mai vandalizzate perché è stato educato alla bellezza. Il popolo di Librino mi fa sempre sentire la sua gratitudine e mi vuole bene mentre a Castel di Tusa sono io che ringrazio l’ingratitudine.

Quali sono i tuoi progetti futuri e se ne puoi parlare?

Spero che a settembre riuscirò a portare avanti un progetto di arte e di conoscenza “il Belvedere dell’Anima -La visione dell’Invisibile” che coinvolgerà quaranta comuni dell’Etna, con tutte le scuole e con i ragazzi, per fare un percorso sensoriale ed emozionale per restituire al mondo una visione della bellezza e rendere l’invisibile visibile contro il consumismo dilagante e il guardare soltanto al proprio ego.

Caro Antonio tu sei molto conosciuto ed apprezzato anche a Roma. Cosa possono fare Roma e la comunità artistica romana per te?

Con i miei amici romani energeticamente stiamo bene, rigeneriamo bene. Vista la mia età, ho bisogno di carezze all’anima e di costituire, con le amicizie vere, dei comitati di continuità per salvaguardare il lavoro fatto e per proseguire la semina.

Dopo qualche tempo risento al telefono Antonio che contento mi comunica che il nuovo atelier è aperto e che l’Asteroide 20049, su proposta dell’astrofisico Mario di Martino dell’Inaf, sarà dedicato a lui. La pubblicazione è appena avvenuta sul bollettino ufficiale della International Astronomical Union (IAU). Si tratta di un asteroide della fascia principale tra le orbite di Marte e di Giove scoperto nel 1993.

Quale miglior finale per l’intervista? Rendere visibile l’invisibile. Come gli asteroidi.

Felice anch’io mi congratulo con lui e mi congedo appagato da tanta bellezza e amore.

Credits Arch.Fabio Milani
Credits Arch.Fabio Milani
Credits Arch. Fabio Milani

Credits Arch. Fabio Milani
Credits Arch. Fabio Milani
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