Arrivano le zone “rosso scuro”: cos’è e come funziona il piano anti-Covid dell’Ue
In Italia sono 3 le Regioni che, insieme alla provincia autonoma di Bolzano, rischiano di essere indicate come "rosso scuro", con l'obbligo di di test e quarantena per gli spostamenti
C’è anche l’Italia tra i Paesi Ue che avranno alcune zone “rosso scuro”, ovvero le aree considerate dall’Europa ad alto rischio Covid. Ad annunciarlo è stato il commissario Ue per la Giustizia, Didier Reynders, anticipando i risultati di una simulazione della nuova mappa del contagio in Ue realizzata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc).
La caratteristica principale delle aree rosso scuro, decisa pochi giorni fa al summit in videoconferenza dei leader europei, è l’obbligo di test e quarantena per le persone che, dal loro interno, si spostano verso altri Paesi Ue. L’obiettivo è limitare al massimo gli spostamenti non essenziali nell’Ue, anche per arginare la diffusione delle varianti del Covid, pur mantenendo le frontiere aperte.
Zone rosso scuro in Italia: ecco quali sono le Regioni a rischio
Le aree che rischiano di essere indicate come “rosso scuro” in Italia sono il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia Romagna. A queste si aggiungerebbe la provincia autonoma di Bolzano. Oltre all’Italia, sono “dieci-venti Paesi Ue” che avranno zone rosso scuro, come ha chiarito Reynders. Tra queste ci sono ampie aree di Portogallo, Spagna, Francia, Germania e Paesi scandinavi.
Cosa sono le zone rosso scuro
La proposta Ue delle zone “rosso scuro” è la via indicata al vertice europeo di pochi giorni fa sull’emergenza Covid, soprattutto su pressione di Germania e Francia. Ma le misure devono ancora essere messe a punto prima di entrare in vigore. La zona, come spiega il Corriere, “non dovrebbe coincidere con uno Stato ma potrebbe essere identificata con un’area più circoscritta investita da un’ondata di contagi”.
Le zone rosso scuro dovrebbero essere chiuse in entrata e in uscita. Chi volesse uscirne dovrebbe dimostrare, oltre alla necessità dello spostamento, di avere il risultato di un test negativo al momento della partenza e osservare un periodo di quarantena al punto di destinazione. Ma molti dettagli sul funzionamento di queste “zone” dovranno ancora essere definiti dai vertici europei, nella speranza di trovare una linea comune.
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