Zona gialla, come cambieranno i parametri per il cambio di colore delle Regioni
Non solo l’ipotesi dell’obbligo di Green Pass: il governo in questi giorni sta lavorando anche al cambio dei parametri per l’individuazione delle fasce di rischio delle Regioni e la determinazione del passaggio in zona gialla dalla zona bianca. Proprio su questo tema si riunirà oggi, martedì 20 luglio 2021, la Conferenza Stato-Regioni, mentre domani toccherà alla cabina di regia. L’obiettivo è adeguare i criteria attuali, ormai datati, alla nuova situazione in cui oltre il 50 per cento della popolazione italiana over 12 è stata vaccinata con ciclo completo, e dunque risulta maggiormente protetto dal Covid-19, soprattutto nelle sue forme più gravi.
Per questo, come chiarito dal ministro della Salute Roberto Speranza nei giorni scorsi, i parametri terranno maggiormente in considerazione le ospedalizzazioni, ovvero i ricoveri ordinari e le terapie intensive. Avrà un peso minore, invece, il parametro dell’incidenza, che attualmente comporta il passaggio dalla zona bianca alla zona gialla se in una Regione è superiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti in una settimana.
Con il criterio attuale, proprio a causa della crescita dell’incidenza, alcune regioni italiane rischierebbero il passaggio in zona gialla – e il conseguente aumento delle restrizioni – già a partire da lunedì prossimo. Per evitare queste nuove chiusure, dunque, il governo intende intervenire a breve. Ma come cambieranno esattamente i criteri per il cambio di fascia di rischio?
L’ipotesi su cui sta ragionando il governo, come riportato da diverse testate, tra cui Fanpage.it in questo articolo di Stefano Rizzuti, è quella di stabilire una soglia massima per le ospedalizzazioni a livello Regionale, pari al 5 per cento per le terapie intensive e del 10 per cento per i ricoveri ordinari. Se questo limite fosse superato, scatterebbe l’ingresso in zona gialla.
Le cifre, per quanto ritenute plausibili da fonti di governo, sono ancora oggetto di confronto nella maggioranza e tra le Regioni. Per ufficializzare la decisione, in ogni caso, bisognerà aspettare il Consiglio dei ministri, che potrebbe essere convocato domani o al massimo giovedì.
Zona gialla: quali Regioni rischiano il cambio di colore con i nuovi parametri
Ma, se saranno confermate queste soglie, quali regioni rischierebbero di finire in fascia gialla? Al momento, tutte le Regioni sono abbastanza lontane dalle soglie indicate. Quelle con i dati più elevati sono la Calabria, che ha un tasso di occupazione del 6 per cento per i ricoveri, ma anche Basilicata, Campania e Sicilia (tutte al 5 per cento) e la Toscana, che ha un tasso di occupazione delle terapie intensive pari al 4 per cento.
Ecco un riepilogo delle percentuali di occupazione dei reparti ordinari (aree non critiche) e di terapie intensive, Regione per Regione, sulla base dei dati Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), aggiornati al 19 luglio:
- Abruzzo – aree non critiche: 2%; terapie intensive: 1%
- Basilicata – aree non critiche: 5%; terapie intensive: 0%
- Bolzano – aree non critiche: 2%; terapie intensive: 0%
- Calabria – aree non critiche: 6%; terapie intensive: 3%
- Campania – aree non critiche: 5%; terapie intensive: 2%
- Emilia Romagna – aree non critiche: 2%; terapie intensive: 2%
- Friuli Venezia Giulia – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 0%
- Lazio – aree non critiche: 2%; terapie intensive: 3%
- Liguria – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 2%
- Lombardia – aree non critiche: 2%; terapie intensive: 2%
- Marche – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 1%
- Molise – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 0%
- Piemonte – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 0%
- Puglia – aree non critiche: 2%; terapie intensive: 2%
- Sardegna – aree non critiche: 4%; terapie intensive: 2%
- Sicilia – aree non critiche: 5%; terapie intensive: 3%
- Toscana – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 4%
- Trento – aree non critiche: 0%; terapie intensive: 0%
- Umbria – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 1%
- Valle D’Aosta – aree non critiche: 0%; terapie intensive: 0%
- Veneto – aree non critiche: 1%; terapie intensive: 1%