Caso Willy, fratelli Bianchi “picchiatori abituali”: gip valuta ipotesi di omicidio volontario
Omicidio Willy, il giudice: “Fratelli Bianchi picchiatori abituali”
Otto denunce per risse, minacce, droga, lesioni, porto abusivo di oggetti atti a offendere: è questo il registro dei reati contestati in passato ai fratelli Bianchi, Marco e Gabriele, oggi accusati di aver causato la morte di Willy Monteiro Duarte, ucciso durante un pestaggio nella notte tra il 5 e il 6 settembre. Nell’ordinanza di arresto il gip descrive i presunti aggressori, poco più che 20enni, come “pericolosi e incapaci di controllarsi”, indifferenti alle conseguenze delle loro azioni, violenti. Dipingendo il ritratto di “picchiatori abituali”.
E mentre la Procura di Velletri indaga anche sugli altri presenti nelle due comitive che si sono fronteggiate prima della rissa letale quella sera, la contestazione a carico degli arrestati potrebbe aggravarsi. Al momento il procedimento contempla il reato di omicidio preterintenzionale, ma alla luce delle testimonianze raccolte, e citate anche dal gip nell’ordinanza, il capo di imputazione potrebbe diventare omicidio volontario. Anche i risultati dell’autopsia potrebbero dare concretezza all’ipotesi del giudice, che ha individuato una “compatibilità astratta” con la volontà di uccidere, ritenendo fondato il rischio di reiterazione del reato anche solo in base “alle modalità e la gravità” dell’azione degli indagati, considerati anche i precedenti.
Nel corso dell’interrogatorio, inoltre, secondo il gip i Bianchi e Pincarelli “minimizzavano il fatto, manifestando una personalità incapace di autocontrollo e una sostanziale indifferenza alle iniziative processuali intraprese nei loro confronti”. Nell’udienza, i giovani hanno dichiarato di “non aver toccato” Willy Monteiro Duarte, di essere intervenuti perché chiamati da alcuni amici a “fare da pacieri”, mostrando un atteggiamento che il gip non ha apprezzato. Il padre di Pincarelli, dal canto suo, ha definito il figlio un “ragazzo affettuoso” e propenso ad aiutare chi si trova in difficoltà, ma che “quando esce e beve non capisce più niente”.
Intanto ieri è stato diffuso l’audio della telefonata al 112 con la richiesta dei soccorsi effettuata subito dopo l’aggressione. “Un ragazzo è stato menato. Per favore, potete venire subito?”, chiede al telefono un ragazzo in preda al panico. L’operatore localizza il luogo della rissa in 47 secondi attivando da quel momento l’intervento di ambulanza e pattuglie delle forze dell’ordine. Ma quando sono arrivate davanti al locale “Duedipicche” di Colleferro, per il 21enne era ormai troppo tardi.
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Tutti gli approfondimenti di TPI sull’aggressione di Colleferro: LA CRONACA: 21enne interviene per difendere un amico: massacrato a morte dal branco / LA RICOSTRUZIONE: “Vi prego basta, non respiro più, così è morto Willy / LA BIO: “Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy / I PROFILI: Dal culto per le arti marziali ai precedenti per spaccio: chi sono gli aggressori di Willy Monteiro / LE INDAGINI: Colleferro, tre arrestati restano in carcere: Belleggia va ai domiciliari
IL DETTAGLIO: Uno degli aggressori di Willy Monteiro insegnava arti marziali ai bambini / LE OPINIONI: Willy ha pagato lo scotto più atroce, ma la sua morte può cambiare la percezione del razzismo in Italia (di G. Cavalli) – Quel gesto vigliacco e codardo: infierire sul corpo di Willy quando era già in terra (di Lara Tomasetta) / LA TESTIMONIANZA: “Per noi era come un figlio, sarebbe diventato un bravo chef”: parla il direttore dell’hotel dove lavorava Willy