“Girava con la pistola, lo chiamavamo lo sceriffo”: i cittadini raccontano l’assessore di Voghera
“Adriatici vantava delle competenze professionali. Ci ha lasciato un po’ stupiti il perché avesse accettato un incarico del genere (Assessore alla Sicurezza, ndr). Noi lo chiamavamo lo sceriffo per il modo di atteggiarsi, modi troppo bruschi verso i deboli e la microcriminalità, che a Voghera esiste, ma non era certo il ragazzo di ieri sera che è morto”, così in un’intervista a Repubblica Giampiero Santamaria, coordinatore de “La buona destra” di Voghera, su Massimo Adriatici, l’Assessore leghista del comune lombardo che ieri sera ha ucciso un 39 marocchino dopo una lite, sparando un colpo di pistola.
“Mi ha spinto ed è partito un colpo”, ha detto agli inquirenti Adriatici, che ora si trova agli arresti domiciliari ed è indagato dalla procura di Pavia per “eccesso di legittima difesa”. La vittima, di origini marocchine, si chiamava Youns El Boussetaoui. “Legittima difesa? Assolutamente. Era un ragazzo seguito dai servizi sociali che aveva una famiglia alle spalle. E tutt’ora il sindaco non ha espresso le condoglianze”, ha dichiarato Santamaria sul 39enne ucciso. “Quando eravamo ragazzini, 25 anni fa, e magari ci fumavamo le canne, quando arrivavano i poliziotti nella piazza a fare una retata lui arrivava sempre con la pistola in mano, nonostante fossimo tutta ragazzini”, ha raccontato un altro cittadino su Adriatici, ex poliziotto.