“Viviana Parisi temeva che i servizi sociali le togliessero il figlio”
Lo dice l'avvocato del marito, che non crede all'ipotesi che Gioele sia morto a causa dell'incidente stradale. Intanto, c'è un nuovo giallo nel giallo: quando è stata ritrovata la donna indossava un solo calzino. Che fine ha fatto l'altro?
Viviana Parisi aveva paura che i servizi sociali le potessero togliere la potestà genitoriale sul figlio Gioele. Ne è convinto Claudio Mondello, l’avvocato e cugino del marito della dj scomparsa il 3 agosto insieme al bambino e trovata morta l’8 agosto – senza il figlio – in un bosco nei pressi dell’autostrada Messina-Palermo, all’altezza di Caronia.
“Viviana temeva che i servizi sociali potessero toglierle il bambino perché era stata due-tre volte in ospedale per problemi di carattere mentale”, sostiene Mondello, intervistato dal Corriere della Sera. L’avvocato sottolinea anche che i messaggi del marito Daniele nei giorni delle ricerche “avevano proprio lo scopo di tranquillizzare” la donna: “Non preoccuparti, Viviana, che non lo perdi Gioele”, sarebbe stato il senso delle parole del coniuge, secondo il legale.
Viviana Parisi e i problemi psicologici
Era stato lo stesso Claudio Mondello, nei giorni scorsi, insieme al collega Pietro Venuti, a rivelare che Viviana era stata in cura presso strutture pubbliche per problemi psicologici e che la donna assumeva psicofarmaci. “Il Covid ha riacutizzato i problemi e quindi è chiaro che l’ipotesi del suicidio è possibile”, avevano dichiarato i due avvocati.
Anche Luigi Parisi, padre di Viviana, aveva confermato la sofferenza della figlia durante il lockdown: “Viviana era molto preoccupata per il Coronavirus, mi chiamava sempre e io le dicevo che ci saremmo visti a settembre”, ha raccontato l’uomo.
Tutti concordano nel rimarcare il profondo legame tra la madre e il figlio Gioele: un rapporto che l’avvocato Mondello arriva a definire “morboso”. Il legale non crede all’ipotesi che il bambino sia morto nell’incidente stradale all’altezza di Caronia, dopo il quale Viviana ha abbandonato l’auto, scavalcato il guard rail e fatto perdere le proprie tracce. “difficile che un bambino di 4 anni, che ha un corpo molto elastico, possa morire in un incidente del genere”, osserva Mondello, secondo cui è più plausibile la pista dell’aggressione da parte di un gruppo di cani.
Il giallo nel giallo: il calzino mancante
Intanto spunta un nuovo giallo nel giallo: Secondo l’agenzia di stampa Adnkronos, al momento del ritrovamento del corpo, Viviana indossava un solo calzino. Che fine ha fatto l’altro? Mistero. Come un mistero resta, soprattutto, che fine abbia fatto il piccolo Gioele. Le ricerche continuano, ma a due settimana dalla scomparsa non hanno dato ancora alcun esito.
L’intera vicenda resta ancora avvolta nel mistero. Dove stava andando Viviana insieme al figlio, forse alla Piramide della Luce? Perché ha mentito al marito, dicendo che andava a comprare delle scarpe per Gioele a Milazzo quando invece poi ha preso tutt’altra strada? Che ha fatto in quei 20 minuti a Sant’Agata di Militello? Perché ha abbandonato l’auto dopo un lieve incidente stradale? Gioele era con lei? Era ancora vivo? Domande ancora senza una risposta.
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