Secondo la virologa Ilaria Capua, il Coronavirus potrebbe essersi diffuso attraverso gli impianti di aerazione degli ospedali della Lombardia
La scienziata formula un'ipotesi, che potrebbe spiegare la virulenza del Covid-19, specialmente nelle strutture sanitarie lombarde
Il sospetto della virologa Ilaria Capua: “E se il Coronavirus fosse entrato negli impianti di aerazione degli ospedali della Lombardia?”
“E se il Coronavirus fosse entrato negli impianti di aerazione degli ospedali della Lombardia?”: è il sospetto della virologa Ilaria Capua, che tenta di trovare una spiegazione all’elevato tasso di contagio e mortalità registrato in Lombardia e soprattutto all’interno di alcune strutture sanitarie della Regione. Ilaria Capua, che era stata tra le prime ad affermare di organizzarsi perché il Covid-19 sarebbe presto arrivata anche in Italia, ha formulato la sua ipotesi in un’intervista a Fanpage, in cui ha dichiarato: “Di fronte alla catastrofe attualmente in corso in Lombardia, con i suoi elevatissimi tassi di contagio e di letalità rispetto agli altri focolai, è urgente porsi la domanda. Che cos’è successo a Codogno, a Bergamo, a Brescia?”
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“In questa fase possiamo soltanto fare delle ipotesi. Io credo che ci siano dei fattori, che ancora non conosciamo, che possono favorire la diffusione e la permanenza del virus, eventualmente legati alle strutture ospedaliere. Esistono esempi precedenti: il virus SARS 1 era circolato attraverso la condotta dell’aria dell’Hotel M a Hong Kong. Oggi noi dobbiamo essere certi che il coronavirus non sia entrato negli impianti di aerazione di edifici vetusti”. Secondo la virologa anche la letalità in città come Bergamo e Brescia sembrerebbe inspiegabile. “Anche la letalità potrebbe essere legata a diversi fattori ancora da studiare. Si possono fare infinite ipotesi con criteri epidemiologici: caratteristiche demografiche (età e sesso), qualità dell’aria, resistenza agli antibiotici, abitudini alimentari, comportamenti… Una spiegazione si deve trovare.”
Anche perché secondo la Capua: “Se la Lombardia non fosse un caso eccezionale, se dopo Milano allo stesso ritmo dovessero cadere Roma e Parigi e Londra e tutte le altre città, allora avremmo a che fare con una catastrofe di proporzioni gigantesche, persino più grandi di quelle con cui ci stiamo confrontando ora. Per quello abbiamo bisogno di capire cosa sta succedendo”.
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