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Violenza sulle donne, Giulio De Rita (Censis): “Aziende italiane consapevoli, ma mancano politiche attive di prevenzione”

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Le aziende italiane sono sempre più sensibili al tema delle molestie sul lavoro ma solo il 26,2% si è dotata di una politica scritta contro il fenomeno e oltre la metà non ha un sistema sicuro e anonimo per segnalare gli episodi. È quanto emerge dall’analisi “La prevenzione delle molestie sul lavoro nelle aziende: un’emergenza silenziosa” realizzata da Assosomm e 6libera, in collaborazione con il Censis in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Lo spiega a LaPresse il ricercatore del Censis Giulio De Rita: “Dall’analisi effettuata su un panel qualificato di aziende, emerge che la consapevolezza di quanto sia importante questo tema è molto alta e non credo ci siano ipocrisie, ormai è un tema diffuso. Ma quello che è carente è un’attivazione di politiche attive per prevenire le molestie sul lavoro. Questo è tutto un cammino che bisogna cominciare a fare”.

Una consapevolezza, spiega De Rita, che spesso si ferma alle parole e alle dichiarazioni di principio senza effetti concreti sulla vita di lavoratori e lavoratrici. “L’impressione che abbiamo ascoltando queste aziende è che la percezione sia: «Per carità, è un problema importantissimo ma qui da noi queste cose non succedono». Ecco questo sarà anche vero perché i casi reali sono in percentuale abbastanza bassa ma questo crea un clima di non tranquillità e non fiducia. Riteniamo che sia invece necessario stimolare la creazione di iniziative reali come un referente a cui le persone molestate possono riferirsi oppure un’email anonima a cui possono scrivere, in modo tale che ci sia un clima più sereno e di fiducia tra tutti quanti i lavoratori”.

Dhebora Mirabelli (6libera): “C’è gap tra consapevolezza ed azione”

“C’è un gap enorme tra la consapevolezza e l’azione – ha sottolineato Dhebora Mirabelli, Presidente dell’Osservatorio contro le molestie e violenze sul lavoro 6libera.org. Le aziende sanno che il problema esiste, ma non stanno facendo abbastanza per risolverlo. Dobbiamo fornire strumenti e azioni per supportarle e incentivarle a informare i lavoratori e le lavoratrici e fare prevenzione”. Interessante rilevare inoltre come il 64,6% delle aziende coinvolte nel panel, non offra alcuna formazione specifica ai dipendenti sulla prevenzione delle molestie, lasciando i lavoratori non preparati di fronte a situazioni potenzialmente traumatiche. Inoltre, oltre la metà delle aziende non ha sistemi sicuri e anonimi per segnalare episodi di molestie, che possano contribuire a ridurre le vittime al silenzio e alla paura di ritorsioni.

“Attraverso il Fondo interprofessionale per le PMI – FAPI, nel corso del 2024 abbiamo lanciato un’azione pilota che ha portato all’utilizzo del 10% delle risorse a favore delle aziende per la formazione, per finanziare piani specifici sul tema molestie e violenze sul lavoro, formato circa 12 mila lavoratori ed erogate 3500 ore di formazione in tema di tutela, salute e sicurezza specifica per le lavoratrici vittime di discriminazioni, abusi, mobbing, ricatti e violenze sessuali – continua la Presidente dell’Osservatorio 6libera.org, Dhebora Mirabelli – Un dato che ci deve invogliare a proseguire su questa linea, come ci suggerisce la ricerca”.

“L’evento di oggi ci ha offerto un’occasione fondamentale per riflettere su un tema delicato e ancora troppo sottovalutato – ha dichiarato Rosario Rasizza, Presidente di Assosomm. La ricerca ci consegna un messaggio chiaro: le imprese e le istituzioni devono fare di più per prevenire le molestie sul lavoro. Le Agenzie per il Lavoro, in particolare, sono in prima linea non solo nel garantire la regolarità assuntiva, ma anche, attraverso il dialogo quotidiano con le imprese, nella creazione di un ambiente di lavoro inclusivo e sereno, dove non ci sia spazio per le molestie. Anche quelle sottili, spesso perpetrate senza che chi le compie si renda conto della loro gravità. È indispensabile che tutti, aziende e lavoratori, siano sensibilizzati e supportati con strumenti adeguati, percorsi sicuri di denuncia e politiche che tutelino chi ha il coraggio di segnalare”.

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