Violentata nel centro di Roma tra l’indifferenza dei passanti: “Gridavo e nessuno mi aiutava”
Violentata nel centro di Roma tra l’indifferenza dei passanti
Una donna di 42 anni è stata violentata nella notte tra domenica 22 e lunedì 23 settembre nel pieno centro di Roma tra l’indifferenza dei passanti.
Lo stupratore, un 39enne senza fissa dimora di origini marocchine e con diversi precedenti penali alle spalle, è stato rintracciato e arrestato e si trova attualmente in carcere.
A ricostruire quello che è accaduto nel sottopassaggio di piazza della Croce Rossa, non lontano da Porta Pia e via Veneto, è la stessa vittima che dichiara a Il Messaggero: “Sono sollevata nel sapere che è in carcere perché nessun’altra deve subire l’atrocità che ho vissuto: un’ora al buio, nell’inferno del mio aguzzino”.
La donna, quindi, racconta: “Dopo aver trascorso una serata con le amiche, stavo andando a piedi alla Stazione Termini per prendere il bus che mi avrebbe riportata a casa quando ho sentito una persona bloccarmi da dietro. Con un braccio mi ha stretta a sé e mi ha portata nel sottopasso”.
Lì, come dichiara la stessa vittima, è successo “l’inferno: era tutto buio. Ero a terra e sentivo che sotto di me c’erano alcune coperte e dei piumini. Era tutto nero. Poco dopo però lui ha acceso la torcia del cellulare e in quel momento ho visto cumuli di immondizia e oggetti abbandonati ovunque. Forse l’aveva accesa per vedermi meglio, non lo so. È stato tutto così traumatico che non so dire nemmeno quanto tempo abbia trascorso in quel posto terribile. Circa un’ora credo, che però è sembrata un’eternità”.
L’uomo “ha abusato di me senza che io riuscissi a reagire. Ero immobile, incapace di fare qualsiasi cosa. Mi sentivo impotente e temevo che se avessi reagito lui avrebbe potuto farmi del male”.
Nel sottopasso, infatti, la 42enne dichiara di aver visto “bottiglie di vetro, forchette e coltelli. Ho pensato che se io avessi provato a fuggire lui avrebbe potuto ammazzarmi. È stato orribile: mentre abusava di me continuava a dirmi cose irripetibili”.
La vittima ha chiesto aiuto, ma nessuno l’ha soccorsa: “Gridavo con tutta la voce che avevo, ma non mi sentiva nessuno perché il sottopassaggio è abbandonato. La cosa che infatti mi fa molto arrabbiare è che quel posto lì, come molti altri sottopassi di Roma, è inutile e pericoloso”.
Quei sottopassaggi, infatti, “non vengono usati da anni. Quindi non servono per attraversare e vengono solo usati da sbandati e malintenzionati che ci vivono e ci fanno cose come quella successa a me. Dovrebbero chiuderli per fare in modo che non possa più entrarci nessuno oppure riqualificarli. Così sono solo un pericolo. È assurdo pensare che a Roma ci siano terre di nessuno dove chiunque può sentirsi libero di fare quello che vuole”.
La donna racconta ancora: “Mentre si rivestiva, ho recuperato i miei abiti e ho iniziato a correre a più non posso”. Voleva chiamare il 112 ma “non avevo più il cellulare, come nemmeno il mio portafoglio e l’orologio. Non so bene se sia stato lui a rubarmi tutto oppure se io li abbia persi durante la violenza. So solo che mi sono trovata in strada senza poter telefonare a nessuno”.
A quel punto “stava albeggiando, in strada iniziava a esserci un po’ di gente. Io gridavo e provavo a bloccare le auto che passavano, ma nulla. Nessuno mi aiutava. Forse pensavano che fossi una malintenzionata visto che ero sporca, con il trucco colato e i vestiti sgualciti. Ma è comunque assurdo non aiutare una donna. L’indifferenza della gente mi ha fatto davvero male”.
Poi, dopo circa 20 minuti, “si è fermata una signora che stava andando al lavoro. È stata lei a chiamare il 112. Dopo aver raccontato alla polizia cosa era accaduto, sono stata portata al Policlinico Umberto I per essere visitata e curata. Ero ancora in ospedale quando è tornata la polizia con la foto segnaletica dell’aggressore per chiedermi se fosse lui. Io ho confermato”.